Visualizza Versione Completa : SANTO SUBITO
tba.free
31-08-2006, 11:06
Ahhh,
ieri sera dopo aver rosolato e smaltito un paio di vacche e una pecora sulla brace, ad un certo punto della serata un caro amico si presenta con una strana ampolla di vetro contenente un liquido verdastro. Come in una specie di esperimento di alchimia versa il liquido in un bicchiere e un cucchiaio di zucchero in perfetto equilibrio sul bordo. Una semplice scintilla diede vita ad una bizzarra danza di fiamme dal bicchiere fin sopra il cucchiaino di zucchero, impastandolo e facendolo indurire come fosse calce. GiÃ* al primo bicchierino di quella strana sostanza ebbi l'impressione che una ventina di cellule celebrari si vaporizzarono. Ma fu al terzo bicchierino che con l'orgoglio di un templare con la mano sulla croce quadrata, alzandomi tuonai: SANTO SUBITO.
E fu da allora, che ogni 30 agosto si festegia Sant'Assenzio, protettore dei riders on the storm http://www.webchapter.it/smiles/claudyo2.gif
75° di ottimo combustibile http://www.webchapter.it/smiles/vhappy3.gif
Vi dico solo che i 40 km che mi portavano a casa li ho fatti alle 2.00 di notte a maniche corte. Compagno di viaggio indiscusso per chi solca le arie fredde, come quelle del Nord http://www.webchapter.it/smiles/all_coholic.gif http://www.webchapter.it/smiles/all_coholic.gif http://www.webchapter.it/smiles/all_coholic.gif
provato anch'io
dio benedica l'inventore dell'assenzio...
http://www.webchapter.it/smiles/vhappy1.gif http://www.webchapter.it/smiles/vhappy1.gif http://www.webchapter.it/smiles/vhappy1.gif http://www.webchapter.it/smiles/all_coholic.gif http://www.webchapter.it/smiles/all_coholic.gif http://www.webchapter.it/smiles/all_coholic.gif
Sugimotodera
31-08-2006, 12:51
http://www.webchapter.it/smiles/ok.gif http://www.webchapter.it/smiles/ok.gif http://www.webchapter.it/smiles/ok.gif l'unica cosa è che non so dove trovarlo...
suggerimenti x Milano o Genova o al limite Roma?
grazie http://www.webchapter.it/smiles/happy6.gif http://www.webchapter.it/smiles/happy6.gif
tba.free
31-08-2006, 12:52
Scritto da: Sugimotodera 31/08/2006 12.51
http://www.webchapter.it/smiles/ok.gif http://www.webchapter.it/smiles/ok.gif http://www.webchapter.it/smiles/ok.gif l'unica cosa è che non so dove trovarlo...
suggerimenti x Milano o Genova o al limite Roma?
grazie http://www.webchapter.it/smiles/happy6.gif http://www.webchapter.it/smiles/happy6.gif
A Roma ti ci porto io, altre cittÃ* non saprei. http://www.webchapter.it/smiles/happy6.gif
ops scusa dimenticavo, Piazza di Spagna chiedi di Sant'Assenzio, c'è un localino http://www.webchapter.it/smiles/happy7.gif [Modificato da tba.free 31/08/2006Â*12.53]
pastixia
31-08-2006, 12:54
attenzione ragazzi con l'assenzio non si scherza
djfluido
31-08-2006, 13:18
E mo poi sta diventando pure legale!!!
VIVA LA FATA VERDE!!!
albydynasport
31-08-2006, 13:30
Scritto da: pastixia 31/08/2006Â*12.54
attenzione ragazzi con l'assenzio non si scherza
tutte ****ate
l'assenzio era pericoloso, per cui vietato a causa del metodo di produzione,
da alcuni anni e' tornata legale una bevanda superalcolica che porta lo stesso nome ed ha il colore verdastro, ma con un nuovo processo produttivo
non e' piu' pericoloso degli altri superalcolici...
a Torino c'e' stato un periodo circa 5 6 anni fa che andava di moda e te lo facevano bere in bicchieri partricolari e lo prendevano da bottiglie strane con disegni che non sfigurerebbero come bandiere dei pirati http://www.webchapter.it/smiles/happy4.gif
io personalmente preferisco la grappa del'indiano!!!
http://www.webchapter.it/smiles/happy5.gif
harleyindiano
31-08-2006, 13:35
Scritto da: albydynasport 31/08/2006Â*13.30
tutte ****ate
l'assenzio era pericoloso, per cui vietato a causa del metodo di produzione,
da alcuni anni e' tornata legale una bevanda superalcolica che porta lo stesso nome ed ha il colore verdastro, ma con un nuovo processo produttivo
non e' piu' pericoloso degli altri superalcolici...
a Torino c'e' stato un periodo circa 5 6 anni fa che andava di moda e te lo facevano bere in bicchieri partricolari e lo prendevano da bottiglie strane con disegni che non sfigurerebbero come bandiere dei pirati http://www.webchapter.it/smiles/happy4.gif
io personalmente preferisco la grappa del'indiano!!!
http://www.webchapter.it/smiles/happy5.gif
Buongustaio.... grappa monovigno di prosecco http://www.webchapter.it/smiles/happy7.gif
albydynasport
31-08-2006, 13:37
Scritto da: harleyindiano 31/08/2006Â*13.35
Buongustaio.... grappa monovigno di prosecco http://www.webchapter.it/smiles/happy7.gif
http://www.webchapter.it/smiles/tongue4.gif http://www.webchapter.it/smiles/tongue4.gif http://www.webchapter.it/smiles/all_coholic.gif
willieroero
31-08-2006, 13:40
Scritto da: harleyindiano 31/08/2006 13.35
Buongustaio.... grappa monovigno di prosecco http://www.webchapter.it/smiles/happy7.gif
mmmhhh http://www.webchapter.it/smiles/mm.gif mi ricorda qualcosa ...
fammi pensare ....
http://www.webchapter.it/smiles/idea.gif ahhh, qulla bottiglia VUOTA che ho in cucina http://www.webchapter.it/smiles/happy7.gif
Massimoooo, quella che mi hai portato era fallata! Il tappo non teneva bene ed è "evaporata" in un attimo ...
http://www.webchapter.it/smiles/vhappy1.gif http://www.webchapter.it/smiles/vhappy1.gif
Sugimotodera
31-08-2006, 14:38
Scritto da: tba.free 31/08/2006Â*12.52
A Roma ti ci porto io, altre cittÃ* non saprei. http://www.webchapter.it/smiles/happy6.gif
ops scusa dimenticavo, Piazza di Spagna chiedi di Sant'Assenzio, c'è un localino http://www.webchapter.it/smiles/happy7.gif [Modificato da tba.free 31/08/2006Â*12.53]
ora pro nobis http://www.webchapter.it/smiles/wink2.gif
dopo una sfida io vodka - lui rhum, il barista ci fa ' e ora ragazzi piantatela di prenderci per il culo' e ci porta l'assenzio...
io da testa di xxxx che sono mando giù 2 bicchierini di botto-lui x non essere da meno fa lo stesso e tempo 3 secondi il mondo assume connotazioni fantastiche... addirittura fosse passato Willie in quel momento l'avrei considerato il mio miglior amico... http://www.webchapter.it/smiles/vhappy3.gif http://www.webchapter.it/smiles/happy4.gif http://www.webchapter.it/smiles/happy4.gif
albydynasport
31-08-2006, 14:41
Scritto da: Sugimotodera 31/08/2006Â*14.38
ora pro nobis http://www.webchapter.it/smiles/wink2.gif
dopo una sfida io vodka - lui rhum, il barista ci fa ' e ora ragazzi piantatela di prenderci per il culo' e ci porta l'assenzio...
io da testa di xxxx che sono mando giù 2 bicchierini di botto-lui x non essere da meno fa lo stesso e tempo 3 secondi il mondo assume connotazioni fantastiche... addirittura fosse passato Willie in quel momento l'avrei considerato il mio miglior amico... http://www.webchapter.it/smiles/vhappy3.gif http://www.webchapter.it/smiles/happy4.gif http://www.webchapter.it/smiles/happy4.gif
oltre all'assenzio cosa ha messo dentro?
Willie non era giusto ieri che dicevi che nessuno ti considerava...per colpa dei tuoi AMICI
http://www.webchapter.it/smiles/all_coholic.gif
Sugimotodera
31-08-2006, 14:45
Scritto da: albydynasport 31/08/2006Â*14.41
oltre all'assenzio cosa ha messo dentro?
Willie non era giusto ieri che dicevi che nessuno ti considerava...per colpa dei tuoi AMICI
http://www.webchapter.it/smiles/all_coholic.gif
ecco, il giorno dopo ha detto che era solo assenzio... boh...
va che con Willie scherzo... in realtÃ* penso sia un simpatico censura-esibizioniste, fa anche piacere provocarlo e leggerne le risposte ironiche... http://www.webchapter.it/smiles/happy5.gif http://www.webchapter.it/smiles/happy5.gif http://www.webchapter.it/smiles/happy5.gif
albydynasport
31-08-2006, 14:47
willie non e' ironico!!
http://www.webchapter.it/smiles/cervo.gif
pastixia
31-08-2006, 14:51
Il "vero" assenzio che è nero e molto molto amaro, quasi imbevibile, ha proprietÃ* allucinogene perché ha degli alcaloidi particolari che inibiscono le connessioni sinaptichedei neuroni: è, a tutti gli effetti, un veleno e occorre tener conto delle quantitÃ* da assumere. Questo, però, è l'assenzio vero, che non è quello che si trova in commercio tramite vie ufficiali, ma viene prodotto in piccole quantitÃ* e costa parecchio.Pensavo si parlasse di questo che non è una cosuccia su cui scherzare nè da prendere alla leggera http://www.webchapter.it/smiles/wink2.gif
La fata verde è una ****ata
[Modificato da pastixia 31/08/2006Â*14.52]
Sugimotodera
31-08-2006, 14:54
Scritto da: albydynasport 31/08/2006Â*14.47
willie non e' ironico!!
http://www.webchapter.it/smiles/cervo.gif
ha degli amici ironici http://www.webchapter.it/smiles/vhappy3.gif
La veritÃ* sul tujone
La leggenda dell?assenzio è ancora oggi resa misteriosa e intrigante da quanto si narra circa uno dei tantissimi oli essenziali presenti: il tujone. Cos?è in realtÃ* il tujone? Effettivamente sono pochi gli studi scientifici inerenti questo olio essenziale e molti di questi non sono oggettivi poiché finanziati all?inizio del XX secolo proprio dai governi che volevano mettere l?assenzio al bando. Studi condotti negli anni ?70 hanno portato a considerare il tujone (e i suoi effetti) simili a quelli del THC della cannabis? solo perché le due molecole avevano una disposizione spaziale molto simile?!! Il tujone in veritÃ* è un terpene presente in diverse piante come le artemisie (tra cui l?artemisia absinthum, ma anche il genepì, ovvero l?artemisia glacialis) e le salvie (anche la salvia officinalis usata in cucina). Il suo profumo è molto simile a quello del mentolo e lo troviamo tra gli eccipienti del vicks vaporub. Effettivamente ad alti dosaggi il tujone ha effetti devastanti sul sistema nervoso; tutto sta a definire quali sono questi ?alti dosaggi?. Gli esperimenti scientifici descrivevano che serviva un grammo di tujone iniettato in vena ad una cavia di laboratorio per portare l?animaletto al delirium tremens. A volte si è notato che il povero topolino muore. Si ammetterÃ* che un uomo il cui peso è cento volte più grande di quello di una cavia, offre una forza di resistenza di cento volte superiore; un grammo di tujone iniettato in un porcellino d?India equivarrebbe a 100 grammi per un uomo; non ci sarebbe da meravigliarsi se l'iniezione improvvisa di 100 grammi di tujone in un corpo umano abbia come conseguenza disturbi seri o addirittura la morte.
Secondo calcoli molto precisi gli assenzi hanno sempre avuto quantitÃ* tali di tujone che una persona, per assumerne tali quantitÃ* dovrebbe bere un centinaio di litri di assenzio. Va da sé che l?alcool porterebbe a danni gravi ben prima!
Stesso discorso vale per gli altri due oli essenziali condannati a suo tempo: l?anetolo, olio essenziale ricavato dall?anice e il fenitolo, ricavato dal finocchio.
Inoltre nessun si è mai sognato di etichettare come allucinogeno il vermuth, il genepì o i liquori di salvia, o un anice, un mistrÃ* o un anisette, che contengo esattamente tujone i primi e anetolo i secondi.
È vero che la pianta artemisia absinthum contiene moltissimo tujone, ma questo si perde quasi tutto per evaporazione durante l?essicazione, e altro tujone ancora si perde nella testa della distillazione. È quindi incorretto stimare, come fece nel 1989 Wilfred Arnold, che gli assenzi storici avessero 250 mg/kg di tujone. Arnold fece questa stima considerando la pianta fresca e non prese mai in considerazione né l?essicazione né la distillazione. Un noto chimico e biologo americano, Ted Breaux, ha passato gli ultimi 11 anni a studiare l?assenzio per capire se veramente fosse quel veleno che le leggende narrano. Egli estrasse con una siringa l?assenzio da antiche bottiglie del XIX secolo arrivate intatte fino ai nostri giorni e le analizzò. I risultati furono stupefacenti: gran parte degli assenzi d?epoca avevano tujone che andava dai 5 ai 9 mg/kg, e solo qualcuno sfiorava i 20-30 mg/kg. Considerando che le normative CEE permettono un limite massimo di 35 mg/kg di tujone, gran parte degli assenzi storici sarebbe tutt?ora legale da questo punto di vista.
Domande frequenti
-Che cos?è l?assenzio? Per assenzio si intende la pianta scientificamente chiamata artemisia absinthum. È un arbusto piuttosto comune, specialmente nelle zone alpine caratterizzato da un color verde argentato con riflessi bluastri. Il suo sapore è estremamente amaro. In erboristeria viene utilizzato per lenire i dolori mestruali, per problemi dell?apparato digerente e per combattere l?acne. Il suo utilizzo è conosciuto fin dall?antichitÃ*. Sempre con il termine assenzio in Italia ci si riferisce a quello che più correttamente viene nominato ?absinthe?, un liquore distillato preparato con l?utilizzo di diverse erbe, semi, radici tra cui l?artemisia absinthum, i semi di anice verde, i semi di finocchio, melissa, coriandolo, issopo.
-E? vero che l?absinthe è allucinogeno? Assolutamente no. L?absinthe in quanto tale non è allucinogeno. Questo non significa che possa essere bevuto tranquillamente: è pur sempre un superalcolico da bersi con moderazione.
-Cos?è il tujone? È vero che è una droga? Il tujone è un terpene contenuto in diverse piante tra cui, in quantitÃ* differenti, in tutte le artemisie (tra cui anche l?artemisia glacialis ovvero il genepì), le salvie (inclusa la salvia officinalis comunemente utilizzata in cucina) che si attiva a gradazioni alcoliche superiori i 40°. Questo non significa che al di sotto di questa gradazione non sia presente tujone in alcolici che prevedono l?utilizzo di queste piante. Si possono trovare tranquillamente quantitÃ* o anche solo tracce di tujone nei genepì, nei vermuth, nei liquori di salvia, negli amari ? L?absinthe contiene in generale una discreta quantitÃ* di tujone rispetto la maggioranza degli altri alcolici perché prevede l?utilizzo di una buona quantitÃ* di artemisia absinthum, artemisia pontica e talvolta di artemisia glacialis. In passato, come ai nostri giorni, era raro trovare absinthe con quantitativi superiori i 25-30mg/kg di tujone. Questo perché, se distillato seguendo le migliori ricette e con i giusti metodi di distillazione buona parte del tujone viene scartato con la testa del distillato. È assolutamente falso che gli absinthe del XIX secolo avessero quantitÃ* di tujone esageratamente superiori a quelle degli absinthe dei nostri giorni. È tuttavia possibile che alcuni prodotti di scarsa qualitÃ* avessero elevate quantitÃ* di tujone proprio a causa dello scarso metodo di produzione. Il tujone non è di per sé una droga, non almeno nelle quantitÃ* che troviamo negli absinthe. Esiste una normativa europea che limita a 35 mg/kg il tujone negli alcolici amari e a 10 mg/kg nei liquori. L?absinthe può benissimo contenere per legge fino a 35 mg/kg (limite peraltro raramente superabile negli absinthe di qualitÃ* di qualsiasi epoca). È peraltro vero che il tujone ha una struttura chimica del tutto simile al THC della Cannabis e questa similitudine in passato a fatto pensare che fosse proprio il tujone il responsabile della follia, delle allucinazioni e del delirium tremens tipico dei grandi bevitori di absinthe. In realtÃ* gli esami vennero condotti esclusivamente su topolini di laboratorio o su malati terminali di absinthismo e mi sembra del tutto scontato far notar che qualsiasi esame condotto fosse del tutto irrilevante. Studi più recenti smentirono le ricerche condotte in passato (le ricerche volute dal governo francese, lo stesso governo che cercava in tutti i modi di metter fine al diffuso problema dell?alcolismo in tutti i ceti sociali) rilevando che un topolino di laboratorio ha effetti di delirium tremens solo con la somministrazione di 10 mg di tujone per un uso prolungato. È evidente che, date le differenze fisiche tra un topolino di laboratorio e un essere umano le dosi necessarie ad una persona devono essere superiori. Sapendo che i migliori absinthe di tutti i tempi avessero al massimo 20-25 mg/kg di tujone, quel topolino avrebbe dovuto bere almeno mezzo litro di absinthe al giorno per avere effetti derivati dal tujone. È scontato far notare che l?alcool avrebbe causato seri danni molto prima del tujone. La vera droga dell?absinthe è l?alcool ed è noto che un intossicazione da alcool causa allucinazioni, delirium tremens e tutti gli altri effetti notati nei malati di absinthismo. L?absinthismo altro non era quindi che un grave problema di alcolismo. Le vittime dell?absinthe furono in realtÃ* vittime dell?alcool e degli additivi chimici presenti nei prodotti da pochi soldi che purtroppo venivano bevuti specialmente dai ceti più poveri. Chiunque vi dica di aver avuto allucinazioni o aver visto la fata verde dopo un paio di bicchieri di absinthe vi sta semplicemente prendendo in giro. L?absinthe non è più pericoloso di qualsiasi altro superalcolico, ma come tale non bisogna abusarne. Per ulteriori informazioni riguardo il tujone vedere la sezione relativa. Diffidate di chiunque vi venda l?assenzio parlandovi di contenuto di tujone.
-il mio absinthe non è verde: mi hanno bidonato? Non è detto. Nonostante in passato la grande maggioranza degli absinthe fossero verdi (di varie tonalitÃ*) esistevano absinthe giallini, giallo scuro, incolore e addirittura rosa (il rosinette, di cui ci è rimasto a testimonianza solo un poster pubblicitario). Vista l?enorme quantitÃ* di prodotti che ogni giorno vengono immessi sul mercato etichettati come absinthe con il mero scopo di accattivarsi l?acquirente con i classici luoghi comuni generalmente il fatto di trovarsi di fronte ad un absinthe giallino o incolore può essere sinonimo di qualitÃ*. Sono pochi oggi gli absinthe verdi completamente naturali e di alta qualitÃ* e spesso hanno prezzi piuttosto alti.
-l?absinthe che compro oggi è diverso da quello dell?800? L?absinthe oggi è tornato in voga grazie alla continuitÃ* produttiva della Spagna. Agli inizi degli anni ?90 il signor Hills tornò a Praga dalla Spagna portando con sé una bottiglia di absenta deciso a rilanciare l?azienda di famiglia producendo absinthe. Purtroppo il prodotto di Hills era tutt?altro che absinthe, ciononostante in breve tempo divenne così popolare da indurre altri produttori di Praga e di tutto l?est europeo a produrre absinth simili all?Hills. Intanto l?absinth Hills stava spopolando anche in Inghilterra, un altro dei pochi paesi che non mise mai al bando l?absinthe. Le distillerie spagnole non guardarono l?ascesa dei prodotti dell?est restando ferme: decisero che fosse giunto il momento di dare una svolta al loro mercato. Fu così che misero da parte le loro antiche ricette favorendo nuove versioni molto più simili ai pastis di Marsiglia e iniziarono una produzione decisamente più economica grazie agli oli essenziali. I nuovi absinthe spagnoli volevano, almeno negli intenti, esser più simili agli antichi absinthe di quanto lo fossero i prodotti dell?est, pur restano ancora lontani dal tanto temuto vero absinthe. Il fatto che le nuove ricette altro non fossero che ?pastis complessi? avrebbe dovuto semplificare l?esportazione in tutta Europa. Le cose in realtÃ* non furono così semplici perché il timore dell?absinthe ostacolò non poco l?espansione del mercato spagnolo, specialmente in Francia dove l?orgoglio nazionale li rifiutava anche come ?pastis complessi? poiché prodotti in Spagna. La manovra di mercato spagnola contribuì comunque non poco al ritorno della fata verde. Poco a poco il mito ritornava a galla e sempre più produttori immettevano sul mercato il loro absinthe. In particolare, dopo il tentativo spagnolo, alcune produttrici del sud della Francia, decisero azzardatamene di produrre pastis con estratti di artemisia absinthum. Anche una compagnia inglese decise di mettersi in gioco cercando di riprodurre un absinthe il più fedele possibile a quelli del XIX secolo, chiedendo anche consiglio a Marie Claude Dehalaye, responsabile del museo dell?absinthe. Purtroppo tutti questi tentativi sul filone degli absenta iberici erano ancora ben lontani dall?essere paragonati ai veri absinthe. Ad ogni modo il mercato veniva sempre più invaso da nuovi liquori che sostenevano essere l?unico vero absinthe, i giornali iniziarono a parlarne, la fata divenne protagonista di alcune scene memorabili di diversi film?così che alla fine, quelle poche distillerie antiche di absinthe ancora in attivitÃ* decisero di tentare ancora, dopo tutti quegli anni di proibizionismo a distillare il loro vero absinthe. Una volta fatta la distillazione vennero fatti adeguati controlli per confermare che il prodotto potesse effettivamente essere venduto legalmente e alla fine, solo alcune volte con minime modifiche alle ricette originali, anche i veri absinthe dell?800 sono tornati in produzione. Abbiamo quindi oggi 3 categorie di alcolici etichettati absinthe: -quelli che seguono il filone di Hills; sono prodotti la maggior parte delle volte molto scadenti, che non ricordano nemmeno lontanamente l?absinthe, con sapori sottili e artificiali. Questo tipo di prodotto generalmente proviene da Praga, dall?est Europa ma anche da Francia, Germania, Portogallo, Austria, Spagna, e Italia. -quelli che seguono il nuovo concetto di absenta spagnoli; sono prodotti generalmente di qualitÃ* mediocre, pensati esclusivamente per la vendita di quantitÃ* e non di qualitÃ*. Hanno uno spiccato sapore di anice stellato che il più delle volte diventa quasi stucchevole. Generalmente sono sufficientemente dolci da poter essere bevuti senza zolletta. Di questi absinthe moderni troviamo molte etichette spagnole, francesi ma anche tedesche -quelli originali, intendendo con questo termine gli absinthe preparati con il metodo classico di macerazione e distillazione seguendo le antiche ricette. Sono prodotti di alta qualitÃ* provenienti quasi esclusivamente da Francia e Svizzera, con dovute eccezioni in Spagna e persino in Italia e Austria. Fanno eccezione alcuni absinthe che, pur non essendo tecnicamente originali perché non hanno una tradizione alle spalle, hanno un sapore autentico che li avvicina più agli originali piuttosto che ai moderni absinthe.
- come faccio a capire se il mio absinthe è di qualitÃ*? La qualitÃ* di un absinthe dipende come in tutte le cose dalla qualitÃ* delle materie prime e dalla qualitÃ* del metodo di produzione. Anche in passato esistevano absinthe economici (chiamati absinthe ordinari) prodotti generalmente a basso costo partendo da materie prime di seconda scelta (a volte anche peggiori) e utilizzando metodi di produzione mirati ad abbassare i costi. Un absinthe di qualitÃ* in passato come oggi viene prodotto esclusivamente seguendo il metodo svizzero di macerazione delle erbe e distillazione. Tutti gli ingredienti, compresi quelli della colorazione sono naturali e di prima scelta. Queste caratteristiche si ritrovano poi in un sapore elegante, bilanciato e rifinito, senza sbavature aromatiche eccessive. Generalmente un absinthe di qualitÃ* avrÃ* un colore tipico della clorofilla (giallo, giallino, verde oliva o verde chiaro, o un verde tipico delle foglie marce), o sarÃ* addirittura incolore. Il sapore non tenderÃ* esageratamente verso un ingrediente, ma sarÃ* perfettamente bilanciato, proponendo una multidimensionalitÃ* aromatica tipica dell?absinthe. Il louche, può aiutare a capire molto sulla qualitÃ* della produzione: un intorbidimento esagerato potrebbe suggerire un alto uso di badiana (anice stellato), anche se in casi particolari come gli absinthe svizzeri, il louche molto violento è del tutto normale. Un intorbidimento completamente assente potrebbe indurci a pensare che nel nostro bicchiere non ci sia absinthe bensì uno di quei nuovi prodotti erroneamente etichettati absinthe. Eccezione fanno gli un emile e l?oxygenee che hanno louche davvero delicati per l?assenza di badiana e scarso uso di anice verde.
-i pastis sono absinthe senza artemisia absinthum? No, il pastis, anche se storicamente legato all?absinthe e suo diretto discendente è in realtÃ* piuttosto lontano dell?essere semplicemente un absinthe senza artemisia absinthum. I motivi sono vari e dipendono tutti dal concetto di partenza: i pastis sono liquori basati prevalentemente sull?anice stellato e la liquirizia (con dovute eccezioni pregiate), erbe che negli absinthe, quando presenti, altro non erano che correttivi e non ingredienti portanti. Ecco perché gli absinthe di nuova generazione derivati dai nuovi absinthe spagnoli, avendo molto anice stellato diventano molto più simili ai pastis piuttosto che ai veri absinthe del XIX secolo. Inoltre la gradazione dei pastis non supera mai i 45° quando negli absinthe quella gradazione è la più bassa possibile. Il sapore del pastis è in generale più semplice e monotematico rispetto agli absinthe e questo non dipende solo dall?assenza dell?artemisia absinthum, ma anche dall?assenza di altre erbe importanti come l?issopo. Aggiungere artemisia absinthum al vostro pastis non ve lo trasformerÃ* in absinthe, ma solo in un pastis rovinato da un inutile amarezza: l?artemisia absinthum inoltre deve essere distillata.
-posso farmi l?absinthe in casa? Preparare un absinthe prevede l?utilizzo di un alambicco per distillare. Ignorare la distillazione credendo di poter semplicemente ottenere absinthe facendo macerare in alcool gli ingredienti sarebbe come pretendere di ottenere whiskey macerando grano nell?alcool o vino aggiungendo alcool al succo di uva. Anche possedendo un alambicco, regolarmente denunciato, ottenere absinthe non è poi così semplice. Bisogna partire da alcool a 85° non facile da trovare e saper perfettamente trattare gli ingredienti in modo da sfruttarli al meglio. Inutile affidarsi alla prima ricetta trovata in internet e pretendere di farsi l?assenzio in casa. Non ottereste altro che un liquore con alcool aggressivo e un sapore estremamente amaro e sottile: completamente diverso da quello che dovrebbe in realtÃ* essere un assenzio.
-è corretto preparare l?assenzio flambée? Assolutamente no. È il peggior errore che si possa commettere. Il flambée non è un rituale storico ma una moderna invenzione fatta esclusivamente per attirare l?occhio del bevitore inesperto. In realtÃ* dar fuoco all?absinthe significa cambiarne radicalmente il delicato bilanciamento aromatico, rischiare di rovinare bicchieri e cucchiai e trovarsi alla fine un intruglio trepidino e caramelloso che a fatica si riesce a finire. Se si vuole bere correttamente l?absinthe l?unico metodo è quello classico. Nessun amante del whiskey o del cognac o di qualsiasi altro alcolico tollererebbe che, dopo un revival modaiolo, si iniziasse a servirlo flambée.
-è giusto usare l?absinthe nei cocktail? Certamente. L?assenzio ha un sapore piuttosto particolare che forse non si adatta troppo a molti cocktail, ma la creativitÃ* dei barman può dar vita ad interessanti abbinamenti. Ricordo inoltre che l?assenzio fu protagonista duranti gli anni in cui apparvero i primi cocktail. Alcuni di essi sono ormai leggendari come il sarzerac o lo suissesse.
-l?assenzio è legale? Anche se tecnicamente la legge italiana che metteva al bando l?assenzio non venne più toccata negli anni oggi esiste una normativa europea che prevede che tutti i prodotti della comunitÃ* europea circolino liberamente in tutti i paesi della comunitÃ* europea. Grazie a questa normativa gli absenta spagnoli poco alla volta arrivarono un po? in tutta Europa seguiti da quelli francesi e tecnicamente, poiché quelli spagnoli che, da un punto di vista tecnico non sono differenti (per le quantitÃ* di tujone) da quelli francesi, dovevano essere liberamente commercializzati, così fu anche per quelli francesi e del resto d?Europa. Tuttavia esiste un?altra normativa europea che mette limiti precisi al quantitativo di tujone pari a 10 mg/kg per i liquori e 35 mg/kg negli amari. Poiché l?absinthe può essere definito a tutti gli effetti un amaro, potrÃ* avere il limite massimo di 35 mg/kg, limite che legalizzerebbe gran parte degli absinthe mai prodotti dall?800 ai nostri giorni. Dal 1 marzo 2005 anche la Svizzera ha permesso il ritorno dell?absinthe con gli stessi limiti europei aggiungendo una clausola (riferita particolarmente alla qualitÃ* dei prodotti svizzeri) che consente la produzione di absinthe esclusivamente per distillazione. Non è consentito produrlo per aggiunta di oli essenziali. In Francia, dove non è ancora permesso l?utilizzo del termine "absinthe" in etichetta, si opta per storpiamenti della parola (absente, versinthe, abisinthe?) oppure si sceglie semplicemente di utilizzare la frase "spiritueux aux plantes d?absinthe" (peraltro presente in numerose etichette d?epoca). In questo modo si aggira una legge stupida che consente la vendita di un prodotto solo se non viene chiamato "absinthe". In Italia non vi sono particolari problemi riguardanti il termine utilizzato in etichetta (e a ben guardare, se sorgesse il problema francese, la legge italiana mette al bando l?assenzio e non l?absinthe) e può quindi tranquillamente circolare a patto che rispetti le normative europee.
-come viene prodotto un assenzio? Un absinthe può essere prodotto per macerazione e distillazione oppure aggiungendo oli essenziali e aromi all?alcool o per mezzo di un po? tutti e due i metodi. La qualitÃ* resta confinata agli absinthe distillati e scende generalmente con l?aumento dell?utilizzo di oli essenziali, nonostante esistano in commercio assenzi prodotti con oli essenziali di discreta qualitÃ*. Il metodo classico svizzero (macerazione e distillazione) prevede una macerazione di alcune ore in alcool a 85° (generalmente alcool di vino) di artemisia absinthum, anice verde, issopo, finocchio? Alla fine il macerato viene distillato e portato alla gradazione desiderata. Il risultato è un assenzio incolore. Nel caso si volesse colorare il distillato si fa una seconda macerazione più breve di artemisia pontica, melissa, menta, issopo? che daranno il classico colore all?absinthe.
-se bevo assenzio mi farÃ* male? Non più di qualsiasi altro superalcolico. Inutile dire che leggende che vogliono che l?assenzio sia un veleno pericoloso sono ancora radicate nella mentalitÃ* comune, in realtÃ* l?assenzio altro non è che un piacevole aperitivo particolare e rinfrescante e se preparato come si deve, un bicchiere non fa più di 12°-16°. Naturalmente bisognerÃ* non abusarne poiché è pur sempre un alcolico.
-quanti gradi fa un assenzio? Gli absinthe hanno gradazioni che vanno dai 45° in su. In passato generalmente gli absinthe a 45°-50° erano quelli più economici e di qualitÃ* inferiore. Tra i 50° e i 60° vi erano absinthe di qualitÃ* e oltre i 60° (fino ad un massimo di 75°) la qualitÃ* superiore. I migliori absinthe del XIX secolo avevano gradazioni che oscillavano tra i 60 e i 74 gradi, gradazione che permetteva una colorazione naturale durevole nel tempo. Ai nostri giorni le cose sono un po? cambiate: troviamo absinthe di alta qualitÃ* anche a 45° (l?abbassamento della gradazione è in questi casi una scelta del produttore mirata a render più morbido l?absinthe e a "spaventar meno" la gente che ancora teme i vecchi absinthe a 68°), e tanti prodotti scarsi e sconsigliabili che superano addirittura gli 85° per tentare di accattivarsi quella fetta di clientela che cerca lo sballo che le leggende narrano. Gli absinthe svizzeri hanno sempre avuto gradazioni più basse di quelli francesi e oggi oscillano tra i 50 e i 56 gradi. Gli assenzi verdi di qualitÃ*, colorati naturalmente hanno tutti gradazioni tra i 60 e i 72 gradi.
-perché l?assenzio fu messo al bando? L?inizio del XX secolo era caratterizzato da una societÃ* in cui l?alcolismo era largamente diffuso in ogni ceto sociale. In Francia in particolare troppi erano i decessi causati dai danni dell?alcool, e troppe persone soffrivano dei classici effetti collaterali tipici dell?alcolizzato: indole violenta, delirium tremens, perdita della memoria e allucinazioni nei casi terminali. Era necessario prendere dei provvedimenti drastici per ridurre questa piaga sociale e poterla controllare al meglio. In quegli anni l?alcolico più bevuto in assoluto in Francia e Svizzera era appunto l?absinthe. Bisogna inoltre considerare che le distillerie di absinthe avevano conquistato una bella fetta del mercato con gravi conseguenze per l?economia dei produttori di cognac, whiskey, brandy che possedevano anche un certo peso politico nei paesi. La campagna contro l?alcolismo e quella contro l?absinthe divennero un tutt?uno, proprio perché eliminare il maggior responsabile dell?alcolismo sembrava l?unica mossa possibile. Il governo francese iniziò a condurre esami scientifici sull?absinthe e sui malati di absinthismo portando alla luce i dannosi effetti del tujone e dell?alcool. Poco importa se quei test erano finanziati interamente dal governo che mirava alla messa al bando dell?absinthe: in pochi anni la fata verde divenne il veleno per eccellenza e i bevitori di assenzio il tumore della societÃ* moderna. Tutto questo non bastava a bandire per sempre l?absinthe, serviva un movente e questo arrivò quando in Svizzera un uomo trucidò la famiglia dopo aver bevuto due bicchieri di absinthe. Non aveva alcuna importanza se Lanfrey uccise moglie e figli dopo aver bevuto molto altro oltre ai due absinthe: era la fata che fece impazzire il pover uomo! In pochissimo tempo la Svizzera bandì categoricamente l?absinthe, seguita a ruota dalla Francia e negli anni successivi da buona parte del mondo. In America la messa al bando dell?absinthe anticipò di diversi anni la messa al bando di tutti gli alcolici. Gli anni successivi videro nascere numerose leggende, ingigantire aneddoti di scarso significato e crescere il contrabbando di assenzio tra Spagna e Francia (in Spagna non venne mai bandito). Anche in Svizzera la produzione non cessò mai e produttori clandestini continuarono fino ai nostri giorni a tramandarsi di generazione in generazione la tradizione della fata, diventata ormai per facilitarne il contrabbando esclusivamente incolore. I clandestini svizzeri erano soliti bruciare copertoni di ruote in prossimitÃ* del luogo della distillazione proprio per nascondere l?intenso profumo della fata. Poi con gli anni il ricordo dell?assenzio si annebbiò e divenne solamente un mito sconosciuto ai più. Solo nella Val de Travers, grazie alla distillazione clandestina l?absinthe continuò ad essere protagonista dei pochi che sapevano chi distillasse ancora.
-che sapore ha l?assenzio? Esistono e sono sempre esistite centinaia di marche di assenzio, con sapori spesso molto diversi tra loro. È vero comunque che i veri absinthe hanno caratteristiche aromatiche comuni. Un buon absinthe, contrariamente da quanto si crede, non è eccessivamente amaro né sa solo di anice. Gli aromi delle erbe devono fondersi l?un l?altro arrivando a creare un sapore ricco di sfumature, dall?amarognolo dell?artemisia absinthum al profumo dei semi di anice verde, dalla morbida dolcezza dei semi di finocchio fino al sapore erbaceo dell?issopo. Un buon absinthe generalmente è anche piuttosto ?speziale? grazie all?uso dei semi di coriandolo, alla melissa e alla menta che lo rendono leggermente piccante e acidulo. Direi che in un buon absinthe dovremmo trovare il perfetto bilanciamento dell?aspetto amaro, dolce, speziale ed erbaceo. Al contrario di quanto detto sopra gli assenzi moderni sanno quasi esclusivamente di anice stellato (che è completamente diverso dal sapore dei semi di anice verde), ovvero quell?aroma di anice-liquirizia che siamo abituati a sentire nelle caramelle o nella sambuca.
-il mio assenzio sa di sambuca? In Italia non abbiamo una grande tradizione nei liquori all?anice, così tutto quello che beviamo aromatizzato all?anice lo colleghiamo direttamente all?unico che conosciamo. In realtÃ* la sambuca, contrariamente a quanto si crede, non contiene veramente anice verde, bensì badiana (l?anice stellato), ovvero una spezie che proviene dalla Cina, usata moltissimo per i prodotti dolciari e regolarmente abbinata alla liquirizia tanto da mettere in confusione chi non conosce davvero il sapore della radice di liquirizia non aromatizzata da badiana. Inoltre la sambuca prevede l?uso delle bacche di sambuco (da cui prende il nome), ingrediente non contemplato dalle ricette di absinthe. La differenza tra un vero assenzio e la sambuca è abissale e credo che tutti possano notarlo; quello che effettivamente potrebbe fare confusione per un palato inesperto è il confronto tra la sambuca e un assenzio moderno come il la fee, o il deva. Questi assenzi hanno un marcato sapore di anice stellato e quindi molto più vicini al gusto della sambuca. Un?altra differenza tra absinthe e sambuca (al di lÃ* dell?evidente ricchezza aromatica del primo rispetto al sapore monotematico della seconda) la troviamo al palato: la sambuca, ricca di zucchero e badiana risulta eccessivamente stucchevole e pastosa mentre un absinthe, anche quando è persistente in bocca, non risulta mai invadente ed dolce fino alla nausea.
-qual è la differenza tra un assenzio e un pastis? Nonostante il pastis possa in qualche modo essere piuttosto simile all?assenzio in realtÃ* è qualcosa di completamente diverso. Prima di tutto il pastis è basato quasi esclusivamente sull?utilizzo di badiana e liquirizia e poche altre erbe che vengono completamente sommerse dall?intensitÃ* dei due ingredienti principali. I pastis inoltre contengono zucchero che li rende molto più liquorosi dell?absinthe e vengono regolarmente prodotti con aggiunta di oli essenziali all?alcool. Nessuna distillazione è prevista. Gli unici ?pastis? (ma effettivamente non sono veri pastis) distillati provengono dalle distillerie di Pontarlier. Gli anis di Pontarlier (vieux pontarlier, pontarlier anis) sono ?pastis distillati? ed effettivamente molto più simili agli absinthe di quanto non lo siano i pastis più comuni come il pernod o il ricard.
-dove posso acquistare un buon assenzio? Al momento non è molto facile trovare vero assenzio nei locali o nelle liquoristerie. Certo è che se si chiede diverse volte un assenzio di qualitÃ* sarÃ* più facile che prima o poi i gestori ve lo procurino. Il metodo più semplice per acquistare assenzio di qualitÃ* purtroppo è ancora l?acquisto ondine. Su questo sito troverete quasi tutti gli absinthe di qualitÃ* e una discreta varietÃ* di prodotti moderni.
-quali sono i migliori assenzi? A prescindere dal gusto personale i migliori assenzi sono generalmente quelli distillati. Tra questi consiglierei i prodotti delle cittÃ* natale dell?absinthe, Pontarlier, Fougerolles, ovvero gli un emile, il white fairy, il guy, il verte de fougerolles, il blanche de fougerolles, il coulin, i lemercier, i muse de france. Altri absinthe di alta qualitÃ* sono generalmente quelli svizzeri e in particolare quelli della val de travers come il kubler, il clandestine, i la valot, il ptit, l?elixir du pay de fee?. Anche il kallnacher prodotto in un cantone tedesco è un absinthe molto buono. Tra gli absinthe spagnoli certamente il segarra risulta quello con la qualitÃ* maggiore, seguito dagli NS. Altri absinthe di altissima qualitÃ* e molto ricercati perché ricalcano fedelmente il concetto di assenzio dell?800 sono il montmartre65 e gli assenzi della jade: il nouvelle orlean, il verte suisse65, l?edouard, il Pontarlier, il Gorgon e il Matisse (gli ultimi 3 non ancora disponibili per la vendita). La jade produce assenzio distillandolo in originali alambicchi della pernod fils di Pontarlier dell?800 partendo da ingredienti di prima qualitÃ* e da alcool prodotto esattamente come veniva fatto nel XIX secolo, un alcool ben diverso dai moderni alcoli industriali. La distillazione è completamente artigianale, come per tutte le distillerie di Pontarlier, Fougerolles e Svizzera, ma la particolaritÃ* degli assenzi jade è quella di essere dei fedeli cloni di alcuni dei più famosi assenzi del XIX secolo.
-quali erano le marche più bevute nell?800? Moltissime erano le distillerie sparse un po? in tutta la Francia, la Svizzera e la Spagna che producevano absinthe, tra queste una grande fetta di mercato era coperta dalla produzione della famiglia Pernod. La Pernod fils di Pontarlier nella seconda metÃ* dell?800 produceva 20000litri di absinthe al giorno e poco meno era la produzione della distilleria Edouard Pernod di proprietÃ* del fratello del direttore della Pernod fils. Altre marche molto vendute e di ottima qualitÃ* erano il Premier fils, il Berger, il Bourgeois, il Kubler, il Terminus, l?oxygenee della Cusenieer.
- l?assenzio era bevuto con il laudano? Negli anni in cui l?assenzio spopolava l?oppio e i derivati dell?oppio non erano ancora proibiti nonostante fossero giÃ* visti come droghe pericolose e i fumatori d?oppio come persone da poco. Esistevano infatti locali dove poter tranquillamente fumare oppio. I fumatori di oppio non erano certamente pochi e rari visto che generalmente l?oppio costava meno della birra. Il laudano era tuttavia qualcosa che pochi potevano permettersi, sia per il suo costo, sia perché tecnicamente legato al solo utilizzo medico. Le uniche persone che potevano permettersi il laudano e ne facevano uso erano sicuramente benestanti e appartenenti alla medio alta borghesia, e ovviamente erano oppiomani. Questi erano soliti aggiungere il laudano nel vino, nell?assenzio, nel caffè, nel loro tè? e addirittura semplicemente nell?acqua. È quindi scorretto affermare che l?assenzio venisse bevuto regolarmente con laudano. Erano veramente pochi coloro che potevano permettersi il laudano e questi lo mettevano in ogni loro bevanda (anche se generalmente era abitudine metterlo nel vino) e quindi con molta probabilitÃ* anche nel loro assenzio. Sostenere che l?assenzio veniva bevuto con il laudano sarebbe come ipotizzare che oggi, con il laudano legale, il martini venga bevuto aggiungendo diverse gocce di laudano solo perché chi ne fa uso lo mette dove capita.
willieroero
31-08-2006, 15:00
Tujone? con che fa rima tujone? http://www.webchapter.it/smiles/happy4.gif
pastixia
31-08-2006, 15:00
Scritto da: Hrugga 31/08/2006Â*14.58
La veritÃ* sul tujone
La leggenda dell?assenzio è ancora oggi resa misteriosa e intrigante da quanto si narra circa uno dei tantissimi oli essenziali presenti: il tujone. Cos?è in realtÃ* il tujone? Effettivamente sono pochi gli studi scientifici inerenti questo olio essenziale e molti di questi non sono oggettivi poiché finanziati all?inizio del XX secolo proprio dai governi che volevano mettere l?assenzio al bando. Studi condotti negli anni ?70 hanno portato a considerare il tujone (e i suoi effetti) simili a quelli del THC della cannabis? solo perché le due molecole avevano una disposizione spaziale molto simile?!! Il tujone in veritÃ* è un terpene presente in diverse piante come le artemisie (tra cui l?artemisia absinthum, ma anche il genepì, ovvero l?artemisia glacialis) e le salvie (anche la salvia officinalis usata in cucina). Il suo profumo è molto simile a quello del mentolo e lo troviamo tra gli eccipienti del vicks vaporub. Effettivamente ad alti dosaggi il tujone ha effetti devastanti sul sistema nervoso; tutto sta a definire quali sono questi ?alti dosaggi?. Gli esperimenti scientifici descrivevano che serviva un grammo di tujone iniettato in vena ad una cavia di laboratorio per portare l?animaletto al delirium tremens. A volte si è notato che il povero topolino muore. Si ammetterÃ* che un uomo il cui peso è cento volte più grande di quello di una cavia, offre una forza di resistenza di cento volte superiore; un grammo di tujone iniettato in un porcellino d?India equivarrebbe a 100 grammi per un uomo; non ci sarebbe da meravigliarsi se l'iniezione improvvisa di 100 grammi di tujone in un corpo umano abbia come conseguenza disturbi seri o addirittura la morte.
Secondo calcoli molto precisi gli assenzi hanno sempre avuto quantitÃ* tali di tujone che una persona, per assumerne tali quantitÃ* dovrebbe bere un centinaio di litri di assenzio. Va da sé che l?alcool porterebbe a danni gravi ben prima!
Stesso discorso vale per gli altri due oli essenziali condannati a suo tempo: l?anetolo, olio essenziale ricavato dall?anice e il fenitolo, ricavato dal finocchio.
Inoltre nessun si è mai sognato di etichettare come allucinogeno il vermuth, il genepì o i liquori di salvia, o un anice, un mistrÃ* o un anisette, che contengo esattamente tujone i primi e anetolo i secondi.
È vero che la pianta artemisia absinthum contiene moltissimo tujone, ma questo si perde quasi tutto per evaporazione durante l?essicazione, e altro tujone ancora si perde nella testa della distillazione. È quindi incorretto stimare, come fece nel 1989 Wilfred Arnold, che gli assenzi storici avessero 250 mg/kg di tujone. Arnold fece questa stima considerando la pianta fresca e non prese mai in considerazione né l?essicazione né la distillazione. Un noto chimico e biologo americano, Ted Breaux, ha passato gli ultimi 11 anni a studiare l?assenzio per capire se veramente fosse quel veleno che le leggende narrano. Egli estrasse con una siringa l?assenzio da antiche bottiglie del XIX secolo arrivate intatte fino ai nostri giorni e le analizzò. I risultati furono stupefacenti: gran parte degli assenzi d?epoca avevano tujone che andava dai 5 ai 9 mg/kg, e solo qualcuno sfiorava i 20-30 mg/kg. Considerando che le normative CEE permettono un limite massimo di 35 mg/kg di tujone, gran parte degli assenzi storici sarebbe tutt?ora legale da questo punto di vista.
Domande frequenti
-Che cos?è l?assenzio? Per assenzio si intende la pianta scientificamente chiamata artemisia absinthum. È un arbusto piuttosto comune, specialmente nelle zone alpine caratterizzato da un color verde argentato con riflessi bluastri. Il suo sapore è estremamente amaro. In erboristeria viene utilizzato per lenire i dolori mestruali, per problemi dell?apparato digerente e per combattere l?acne. Il suo utilizzo è conosciuto fin dall?antichitÃ*. Sempre con il termine assenzio in Italia ci si riferisce a quello che più correttamente viene nominato ?absinthe?, un liquore distillato preparato con l?utilizzo di diverse erbe, semi, radici tra cui l?artemisia absinthum, i semi di anice verde, i semi di finocchio, melissa, coriandolo, issopo.
-E? vero che l?absinthe è allucinogeno? Assolutamente no. L?absinthe in quanto tale non è allucinogeno. Questo non significa che possa essere bevuto tranquillamente: è pur sempre un superalcolico da bersi con moderazione.
-Cos?è il tujone? È vero che è una droga? Il tujone è un terpene contenuto in diverse piante tra cui, in quantitÃ* differenti, in tutte le artemisie (tra cui anche l?artemisia glacialis ovvero il genepì), le salvie (inclusa la salvia officinalis comunemente utilizzata in cucina) che si attiva a gradazioni alcoliche superiori i 40°. Questo non significa che al di sotto di questa gradazione non sia presente tujone in alcolici che prevedono l?utilizzo di queste piante. Si possono trovare tranquillamente quantitÃ* o anche solo tracce di tujone nei genepì, nei vermuth, nei liquori di salvia, negli amari ? L?absinthe contiene in generale una discreta quantitÃ* di tujone rispetto la maggioranza degli altri alcolici perché prevede l?utilizzo di una buona quantitÃ* di artemisia absinthum, artemisia pontica e talvolta di artemisia glacialis. In passato, come ai nostri giorni, era raro trovare absinthe con quantitativi superiori i 25-30mg/kg di tujone. Questo perché, se distillato seguendo le migliori ricette e con i giusti metodi di distillazione buona parte del tujone viene scartato con la testa del distillato. È assolutamente falso che gli absinthe del XIX secolo avessero quantitÃ* di tujone esageratamente superiori a quelle degli absinthe dei nostri giorni. È tuttavia possibile che alcuni prodotti di scarsa qualitÃ* avessero elevate quantitÃ* di tujone proprio a causa dello scarso metodo di produzione. Il tujone non è di per sé una droga, non almeno nelle quantitÃ* che troviamo negli absinthe. Esiste una normativa europea che limita a 35 mg/kg il tujone negli alcolici amari e a 10 mg/kg nei liquori. L?absinthe può benissimo contenere per legge fino a 35 mg/kg (limite peraltro raramente superabile negli absinthe di qualitÃ* di qualsiasi epoca). È peraltro vero che il tujone ha una struttura chimica del tutto simile al THC della Cannabis e questa similitudine in passato a fatto pensare che fosse proprio il tujone il responsabile della follia, delle allucinazioni e del delirium tremens tipico dei grandi bevitori di absinthe. In realtÃ* gli esami vennero condotti esclusivamente su topolini di laboratorio o su malati terminali di absinthismo e mi sembra del tutto scontato far notar che qualsiasi esame condotto fosse del tutto irrilevante. Studi più recenti smentirono le ricerche condotte in passato (le ricerche volute dal governo francese, lo stesso governo che cercava in tutti i modi di metter fine al diffuso problema dell?alcolismo in tutti i ceti sociali) rilevando che un topolino di laboratorio ha effetti di delirium tremens solo con la somministrazione di 10 mg di tujone per un uso prolungato. È evidente che, date le differenze fisiche tra un topolino di laboratorio e un essere umano le dosi necessarie ad una persona devono essere superiori. Sapendo che i migliori absinthe di tutti i tempi avessero al massimo 20-25 mg/kg di tujone, quel topolino avrebbe dovuto bere almeno mezzo litro di absinthe al giorno per avere effetti derivati dal tujone. È scontato far notare che l?alcool avrebbe causato seri danni molto prima del tujone. La vera droga dell?absinthe è l?alcool ed è noto che un intossicazione da alcool causa allucinazioni, delirium tremens e tutti gli altri effetti notati nei malati di absinthismo. L?absinthismo altro non era quindi che un grave problema di alcolismo. Le vittime dell?absinthe furono in realtÃ* vittime dell?alcool e degli additivi chimici presenti nei prodotti da pochi soldi che purtroppo venivano bevuti specialmente dai ceti più poveri. Chiunque vi dica di aver avuto allucinazioni o aver visto la fata verde dopo un paio di bicchieri di absinthe vi sta semplicemente prendendo in giro. L?absinthe non è più pericoloso di qualsiasi altro superalcolico, ma come tale non bisogna abusarne. Per ulteriori informazioni riguardo il tujone vedere la sezione relativa. Diffidate di chiunque vi venda l?assenzio parlandovi di contenuto di tujone.
-il mio absinthe non è verde: mi hanno bidonato? Non è detto. Nonostante in passato la grande maggioranza degli absinthe fossero verdi (di varie tonalitÃ*) esistevano absinthe giallini, giallo scuro, incolore e addirittura rosa (il rosinette, di cui ci è rimasto a testimonianza solo un poster pubblicitario). Vista l?enorme quantitÃ* di prodotti che ogni giorno vengono immessi sul mercato etichettati come absinthe con il mero scopo di accattivarsi l?acquirente con i classici luoghi comuni generalmente il fatto di trovarsi di fronte ad un absinthe giallino o incolore può essere sinonimo di qualitÃ*. Sono pochi oggi gli absinthe verdi completamente naturali e di alta qualitÃ* e spesso hanno prezzi piuttosto alti.
-l?absinthe che compro oggi è diverso da quello dell?800? L?absinthe oggi è tornato in voga grazie alla continuitÃ* produttiva della Spagna. Agli inizi degli anni ?90 il signor Hills tornò a Praga dalla Spagna portando con sé una bottiglia di absenta deciso a rilanciare l?azienda di famiglia producendo absinthe. Purtroppo il prodotto di Hills era tutt?altro che absinthe, ciononostante in breve tempo divenne così popolare da indurre altri produttori di Praga e di tutto l?est europeo a produrre absinth simili all?Hills. Intanto l?absinth Hills stava spopolando anche in Inghilterra, un altro dei pochi paesi che non mise mai al bando l?absinthe. Le distillerie spagnole non guardarono l?ascesa dei prodotti dell?est restando ferme: decisero che fosse giunto il momento di dare una svolta al loro mercato. Fu così che misero da parte le loro antiche ricette favorendo nuove versioni molto più simili ai pastis di Marsiglia e iniziarono una produzione decisamente più economica grazie agli oli essenziali. I nuovi absinthe spagnoli volevano, almeno negli intenti, esser più simili agli antichi absinthe di quanto lo fossero i prodotti dell?est, pur restano ancora lontani dal tanto temuto vero absinthe. Il fatto che le nuove ricette altro non fossero che ?pastis complessi? avrebbe dovuto semplificare l?esportazione in tutta Europa. Le cose in realtÃ* non furono così semplici perché il timore dell?absinthe ostacolò non poco l?espansione del mercato spagnolo, specialmente in Francia dove l?orgoglio nazionale li rifiutava anche come ?pastis complessi? poiché prodotti in Spagna. La manovra di mercato spagnola contribuì comunque non poco al ritorno della fata verde. Poco a poco il mito ritornava a galla e sempre più produttori immettevano sul mercato il loro absinthe. In particolare, dopo il tentativo spagnolo, alcune produttrici del sud della Francia, decisero azzardatamene di produrre pastis con estratti di artemisia absinthum. Anche una compagnia inglese decise di mettersi in gioco cercando di riprodurre un absinthe il più fedele possibile a quelli del XIX secolo, chiedendo anche consiglio a Marie Claude Dehalaye, responsabile del museo dell?absinthe. Purtroppo tutti questi tentativi sul filone degli absenta iberici erano ancora ben lontani dall?essere paragonati ai veri absinthe. Ad ogni modo il mercato veniva sempre più invaso da nuovi liquori che sostenevano essere l?unico vero absinthe, i giornali iniziarono a parlarne, la fata divenne protagonista di alcune scene memorabili di diversi film?così che alla fine, quelle poche distillerie antiche di absinthe ancora in attivitÃ* decisero di tentare ancora, dopo tutti quegli anni di proibizionismo a distillare il loro vero absinthe. Una volta fatta la distillazione vennero fatti adeguati controlli per confermare che il prodotto potesse effettivamente essere venduto legalmente e alla fine, solo alcune volte con minime modifiche alle ricette originali, anche i veri absinthe dell?800 sono tornati in produzione. Abbiamo quindi oggi 3 categorie di alcolici etichettati absinthe: -quelli che seguono il filone di Hills; sono prodotti la maggior parte delle volte molto scadenti, che non ricordano nemmeno lontanamente l?absinthe, con sapori sottili e artificiali. Questo tipo di prodotto generalmente proviene da Praga, dall?est Europa ma anche da Francia, Germania, Portogallo, Austria, Spagna, e Italia. -quelli che seguono il nuovo concetto di absenta spagnoli; sono prodotti generalmente di qualitÃ* mediocre, pensati esclusivamente per la vendita di quantitÃ* e non di qualitÃ*. Hanno uno spiccato sapore di anice stellato che il più delle volte diventa quasi stucchevole. Generalmente sono sufficientemente dolci da poter essere bevuti senza zolletta. Di questi absinthe moderni troviamo molte etichette spagnole, francesi ma anche tedesche -quelli originali, intendendo con questo termine gli absinthe preparati con il metodo classico di macerazione e distillazione seguendo le antiche ricette. Sono prodotti di alta qualitÃ* provenienti quasi esclusivamente da Francia e Svizzera, con dovute eccezioni in Spagna e persino in Italia e Austria. Fanno eccezione alcuni absinthe che, pur non essendo tecnicamente originali perché non hanno una tradizione alle spalle, hanno un sapore autentico che li avvicina più agli originali piuttosto che ai moderni absinthe.
- come faccio a capire se il mio absinthe è di qualitÃ*? La qualitÃ* di un absinthe dipende come in tutte le cose dalla qualitÃ* delle materie prime e dalla qualitÃ* del metodo di produzione. Anche in passato esistevano absinthe economici (chiamati absinthe ordinari) prodotti generalmente a basso costo partendo da materie prime di seconda scelta (a volte anche peggiori) e utilizzando metodi di produzione mirati ad abbassare i costi. Un absinthe di qualitÃ* in passato come oggi viene prodotto esclusivamente seguendo il metodo svizzero di macerazione delle erbe e distillazione. Tutti gli ingredienti, compresi quelli della colorazione sono naturali e di prima scelta. Queste caratteristiche si ritrovano poi in un sapore elegante, bilanciato e rifinito, senza sbavature aromatiche eccessive. Generalmente un absinthe di qualitÃ* avrÃ* un colore tipico della clorofilla (giallo, giallino, verde oliva o verde chiaro, o un verde tipico delle foglie marce), o sarÃ* addirittura incolore. Il sapore non tenderÃ* esageratamente verso un ingrediente, ma sarÃ* perfettamente bilanciato, proponendo una multidimensionalitÃ* aromatica tipica dell?absinthe. Il louche, può aiutare a capire molto sulla qualitÃ* della produzione: un intorbidimento esagerato potrebbe suggerire un alto uso di badiana (anice stellato), anche se in casi particolari come gli absinthe svizzeri, il louche molto violento è del tutto normale. Un intorbidimento completamente assente potrebbe indurci a pensare che nel nostro bicchiere non ci sia absinthe bensì uno di quei nuovi prodotti erroneamente etichettati absinthe. Eccezione fanno gli un emile e l?oxygenee che hanno louche davvero delicati per l?assenza di badiana e scarso uso di anice verde.
-i pastis sono absinthe senza artemisia absinthum? No, il pastis, anche se storicamente legato all?absinthe e suo diretto discendente è in realtÃ* piuttosto lontano dell?essere semplicemente un absinthe senza artemisia absinthum. I motivi sono vari e dipendono tutti dal concetto di partenza: i pastis sono liquori basati prevalentemente sull?anice stellato e la liquirizia (con dovute eccezioni pregiate), erbe che negli absinthe, quando presenti, altro non erano che correttivi e non ingredienti portanti. Ecco perché gli absinthe di nuova generazione derivati dai nuovi absinthe spagnoli, avendo molto anice stellato diventano molto più simili ai pastis piuttosto che ai veri absinthe del XIX secolo. Inoltre la gradazione dei pastis non supera mai i 45° quando negli absinthe quella gradazione è la più bassa possibile. Il sapore del pastis è in generale più semplice e monotematico rispetto agli absinthe e questo non dipende solo dall?assenza dell?artemisia absinthum, ma anche dall?assenza di altre erbe importanti come l?issopo. Aggiungere artemisia absinthum al vostro pastis non ve lo trasformerÃ* in absinthe, ma solo in un pastis rovinato da un inutile amarezza: l?artemisia absinthum inoltre deve essere distillata.
-posso farmi l?absinthe in casa? Preparare un absinthe prevede l?utilizzo di un alambicco per distillare. Ignorare la distillazione credendo di poter semplicemente ottenere absinthe facendo macerare in alcool gli ingredienti sarebbe come pretendere di ottenere whiskey macerando grano nell?alcool o vino aggiungendo alcool al succo di uva. Anche possedendo un alambicco, regolarmente denunciato, ottenere absinthe non è poi così semplice. Bisogna partire da alcool a 85° non facile da trovare e saper perfettamente trattare gli ingredienti in modo da sfruttarli al meglio. Inutile affidarsi alla prima ricetta trovata in internet e pretendere di farsi l?assenzio in casa. Non ottereste altro che un liquore con alcool aggressivo e un sapore estremamente amaro e sottile: completamente diverso da quello che dovrebbe in realtÃ* essere un assenzio.
-è corretto preparare l?assenzio flambée? Assolutamente no. È il peggior errore che si possa commettere. Il flambée non è un rituale storico ma una moderna invenzione fatta esclusivamente per attirare l?occhio del bevitore inesperto. In realtÃ* dar fuoco all?absinthe significa cambiarne radicalmente il delicato bilanciamento aromatico, rischiare di rovinare bicchieri e cucchiai e trovarsi alla fine un intruglio trepidino e caramelloso che a fatica si riesce a finire. Se si vuole bere correttamente l?absinthe l?unico metodo è quello classico. Nessun amante del whiskey o del cognac o di qualsiasi altro alcolico tollererebbe che, dopo un revival modaiolo, si iniziasse a servirlo flambée.
-è giusto usare l?absinthe nei cocktail? Certamente. L?assenzio ha un sapore piuttosto particolare che forse non si adatta troppo a molti cocktail, ma la creativitÃ* dei barman può dar vita ad interessanti abbinamenti. Ricordo inoltre che l?assenzio fu protagonista duranti gli anni in cui apparvero i primi cocktail. Alcuni di essi sono ormai leggendari come il sarzerac o lo suissesse.
-l?assenzio è legale? Anche se tecnicamente la legge italiana che metteva al bando l?assenzio non venne più toccata negli anni oggi esiste una normativa europea che prevede che tutti i prodotti della comunitÃ* europea circolino liberamente in tutti i paesi della comunitÃ* europea. Grazie a questa normativa gli absenta spagnoli poco alla volta arrivarono un po? in tutta Europa seguiti da quelli francesi e tecnicamente, poiché quelli spagnoli che, da un punto di vista tecnico non sono differenti (per le quantitÃ* di tujone) da quelli francesi, dovevano essere liberamente commercializzati, così fu anche per quelli francesi e del resto d?Europa. Tuttavia esiste un?altra normativa europea che mette limiti precisi al quantitativo di tujone pari a 10 mg/kg per i liquori e 35 mg/kg negli amari. Poiché l?absinthe può essere definito a tutti gli effetti un amaro, potrÃ* avere il limite massimo di 35 mg/kg, limite che legalizzerebbe gran parte degli absinthe mai prodotti dall?800 ai nostri giorni. Dal 1 marzo 2005 anche la Svizzera ha permesso il ritorno dell?absinthe con gli stessi limiti europei aggiungendo una clausola (riferita particolarmente alla qualitÃ* dei prodotti svizzeri) che consente la produzione di absinthe esclusivamente per distillazione. Non è consentito produrlo per aggiunta di oli essenziali. In Francia, dove non è ancora permesso l?utilizzo del termine "absinthe" in etichetta, si opta per storpiamenti della parola (absente, versinthe, abisinthe?) oppure si sceglie semplicemente di utilizzare la frase "spiritueux aux plantes d?absinthe" (peraltro presente in numerose etichette d?epoca). In questo modo si aggira una legge stupida che consente la vendita di un prodotto solo se non viene chiamato "absinthe". In Italia non vi sono particolari problemi riguardanti il termine utilizzato in etichetta (e a ben guardare, se sorgesse il problema francese, la legge italiana mette al bando l?assenzio e non l?absinthe) e può quindi tranquillamente circolare a patto che rispetti le normative europee.
-come viene prodotto un assenzio? Un absinthe può essere prodotto per macerazione e distillazione oppure aggiungendo oli essenziali e aromi all?alcool o per mezzo di un po? tutti e due i metodi. La qualitÃ* resta confinata agli absinthe distillati e scende generalmente con l?aumento dell?utilizzo di oli essenziali, nonostante esistano in commercio assenzi prodotti con oli essenziali di discreta qualitÃ*. Il metodo classico svizzero (macerazione e distillazione) prevede una macerazione di alcune ore in alcool a 85° (generalmente alcool di vino) di artemisia absinthum, anice verde, issopo, finocchio? Alla fine il macerato viene distillato e portato alla gradazione desiderata. Il risultato è un assenzio incolore. Nel caso si volesse colorare il distillato si fa una seconda macerazione più breve di artemisia pontica, melissa, menta, issopo? che daranno il classico colore all?absinthe.
-se bevo assenzio mi farÃ* male? Non più di qualsiasi altro superalcolico. Inutile dire che leggende che vogliono che l?assenzio sia un veleno pericoloso sono ancora radicate nella mentalitÃ* comune, in realtÃ* l?assenzio altro non è che un piacevole aperitivo particolare e rinfrescante e se preparato come si deve, un bicchiere non fa più di 12°-16°. Naturalmente bisognerÃ* non abusarne poiché è pur sempre un alcolico.
-quanti gradi fa un assenzio? Gli absinthe hanno gradazioni che vanno dai 45° in su. In passato generalmente gli absinthe a 45°-50° erano quelli più economici e di qualitÃ* inferiore. Tra i 50° e i 60° vi erano absinthe di qualitÃ* e oltre i 60° (fino ad un massimo di 75°) la qualitÃ* superiore. I migliori absinthe del XIX secolo avevano gradazioni che oscillavano tra i 60 e i 74 gradi, gradazione che permetteva una colorazione naturale durevole nel tempo. Ai nostri giorni le cose sono un po? cambiate: troviamo absinthe di alta qualitÃ* anche a 45° (l?abbassamento della gradazione è in questi casi una scelta del produttore mirata a render più morbido l?absinthe e a "spaventar meno" la gente che ancora teme i vecchi absinthe a 68°), e tanti prodotti scarsi e sconsigliabili che superano addirittura gli 85° per tentare di accattivarsi quella fetta di clientela che cerca lo sballo che le leggende narrano. Gli absinthe svizzeri hanno sempre avuto gradazioni più basse di quelli francesi e oggi oscillano tra i 50 e i 56 gradi. Gli assenzi verdi di qualitÃ*, colorati naturalmente hanno tutti gradazioni tra i 60 e i 72 gradi.
-perché l?assenzio fu messo al bando? L?inizio del XX secolo era caratterizzato da una societÃ* in cui l?alcolismo era largamente diffuso in ogni ceto sociale. In Francia in particolare troppi erano i decessi causati dai danni dell?alcool, e troppe persone soffrivano dei classici effetti collaterali tipici dell?alcolizzato: indole violenta, delirium tremens, perdita della memoria e allucinazioni nei casi terminali. Era necessario prendere dei provvedimenti drastici per ridurre questa piaga sociale e poterla controllare al meglio. In quegli anni l?alcolico più bevuto in assoluto in Francia e Svizzera era appunto l?absinthe. Bisogna inoltre considerare che le distillerie di absinthe avevano conquistato una bella fetta del mercato con gravi conseguenze per l?economia dei produttori di cognac, whiskey, brandy che possedevano anche un certo peso politico nei paesi. La campagna contro l?alcolismo e quella contro l?absinthe divennero un tutt?uno, proprio perché eliminare il maggior responsabile dell?alcolismo sembrava l?unica mossa possibile. Il governo francese iniziò a condurre esami scientifici sull?absinthe e sui malati di absinthismo portando alla luce i dannosi effetti del tujone e dell?alcool. Poco importa se quei test erano finanziati interamente dal governo che mirava alla messa al bando dell?absinthe: in pochi anni la fata verde divenne il veleno per eccellenza e i bevitori di assenzio il tumore della societÃ* moderna. Tutto questo non bastava a bandire per sempre l?absinthe, serviva un movente e questo arrivò quando in Svizzera un uomo trucidò la famiglia dopo aver bevuto due bicchieri di absinthe. Non aveva alcuna importanza se Lanfrey uccise moglie e figli dopo aver bevuto molto altro oltre ai due absinthe: era la fata che fece impazzire il pover uomo! In pochissimo tempo la Svizzera bandì categoricamente l?absinthe, seguita a ruota dalla Francia e negli anni successivi da buona parte del mondo. In America la messa al bando dell?absinthe anticipò di diversi anni la messa al bando di tutti gli alcolici. Gli anni successivi videro nascere numerose leggende, ingigantire aneddoti di scarso significato e crescere il contrabbando di assenzio tra Spagna e Francia (in Spagna non venne mai bandito). Anche in Svizzera la produzione non cessò mai e produttori clandestini continuarono fino ai nostri giorni a tramandarsi di generazione in generazione la tradizione della fata, diventata ormai per facilitarne il contrabbando esclusivamente incolore. I clandestini svizzeri erano soliti bruciare copertoni di ruote in prossimitÃ* del luogo della distillazione proprio per nascondere l?intenso profumo della fata. Poi con gli anni il ricordo dell?assenzio si annebbiò e divenne solamente un mito sconosciuto ai più. Solo nella Val de Travers, grazie alla distillazione clandestina l?absinthe continuò ad essere protagonista dei pochi che sapevano chi distillasse ancora.
-che sapore ha l?assenzio? Esistono e sono sempre esistite centinaia di marche di assenzio, con sapori spesso molto diversi tra loro. È vero comunque che i veri absinthe hanno caratteristiche aromatiche comuni. Un buon absinthe, contrariamente da quanto si crede, non è eccessivamente amaro né sa solo di anice. Gli aromi delle erbe devono fondersi l?un l?altro arrivando a creare un sapore ricco di sfumature, dall?amarognolo dell?artemisia absinthum al profumo dei semi di anice verde, dalla morbida dolcezza dei semi di finocchio fino al sapore erbaceo dell?issopo. Un buon absinthe generalmente è anche piuttosto ?speziale? grazie all?uso dei semi di coriandolo, alla melissa e alla menta che lo rendono leggermente piccante e acidulo. Direi che in un buon absinthe dovremmo trovare il perfetto bilanciamento dell?aspetto amaro, dolce, speziale ed erbaceo. Al contrario di quanto detto sopra gli assenzi moderni sanno quasi esclusivamente di anice stellato (che è completamente diverso dal sapore dei semi di anice verde), ovvero quell?aroma di anice-liquirizia che siamo abituati a sentire nelle caramelle o nella sambuca.
-il mio assenzio sa di sambuca? In Italia non abbiamo una grande tradizione nei liquori all?anice, così tutto quello che beviamo aromatizzato all?anice lo colleghiamo direttamente all?unico che conosciamo. In realtÃ* la sambuca, contrariamente a quanto si crede, non contiene veramente anice verde, bensì badiana (l?anice stellato), ovvero una spezie che proviene dalla Cina, usata moltissimo per i prodotti dolciari e regolarmente abbinata alla liquirizia tanto da mettere in confusione chi non conosce davvero il sapore della radice di liquirizia non aromatizzata da badiana. Inoltre la sambuca prevede l?uso delle bacche di sambuco (da cui prende il nome), ingrediente non contemplato dalle ricette di absinthe. La differenza tra un vero assenzio e la sambuca è abissale e credo che tutti possano notarlo; quello che effettivamente potrebbe fare confusione per un palato inesperto è il confronto tra la sambuca e un assenzio moderno come il la fee, o il deva. Questi assenzi hanno un marcato sapore di anice stellato e quindi molto più vicini al gusto della sambuca. Un?altra differenza tra absinthe e sambuca (al di lÃ* dell?evidente ricchezza aromatica del primo rispetto al sapore monotematico della seconda) la troviamo al palato: la sambuca, ricca di zucchero e badiana risulta eccessivamente stucchevole e pastosa mentre un absinthe, anche quando è persistente in bocca, non risulta mai invadente ed dolce fino alla nausea.
-qual è la differenza tra un assenzio e un pastis? Nonostante il pastis possa in qualche modo essere piuttosto simile all?assenzio in realtÃ* è qualcosa di completamente diverso. Prima di tutto il pastis è basato quasi esclusivamente sull?utilizzo di badiana e liquirizia e poche altre erbe che vengono completamente sommerse dall?intensitÃ* dei due ingredienti principali. I pastis inoltre contengono zucchero che li rende molto più liquorosi dell?absinthe e vengono regolarmente prodotti con aggiunta di oli essenziali all?alcool. Nessuna distillazione è prevista. Gli unici ?pastis? (ma effettivamente non sono veri pastis) distillati provengono dalle distillerie di Pontarlier. Gli anis di Pontarlier (vieux pontarlier, pontarlier anis) sono ?pastis distillati? ed effettivamente molto più simili agli absinthe di quanto non lo siano i pastis più comuni come il pernod o il ricard.
-dove posso acquistare un buon assenzio? Al momento non è molto facile trovare vero assenzio nei locali o nelle liquoristerie. Certo è che se si chiede diverse volte un assenzio di qualitÃ* sarÃ* più facile che prima o poi i gestori ve lo procurino. Il metodo più semplice per acquistare assenzio di qualitÃ* purtroppo è ancora l?acquisto ondine. Su questo sito troverete quasi tutti gli absinthe di qualitÃ* e una discreta varietÃ* di prodotti moderni.
-quali sono i migliori assenzi? A prescindere dal gusto personale i migliori assenzi sono generalmente quelli distillati. Tra questi consiglierei i prodotti delle cittÃ* natale dell?absinthe, Pontarlier, Fougerolles, ovvero gli un emile, il white fairy, il guy, il verte de fougerolles, il blanche de fougerolles, il coulin, i lemercier, i muse de france. Altri absinthe di alta qualitÃ* sono generalmente quelli svizzeri e in particolare quelli della val de travers come il kubler, il clandestine, i la valot, il ptit, l?elixir du pay de fee?. Anche il kallnacher prodotto in un cantone tedesco è un absinthe molto buono. Tra gli absinthe spagnoli certamente il segarra risulta quello con la qualitÃ* maggiore, seguito dagli NS. Altri absinthe di altissima qualitÃ* e molto ricercati perché ricalcano fedelmente il concetto di assenzio dell?800 sono il montmartre65 e gli assenzi della jade: il nouvelle orlean, il verte suisse65, l?edouard, il Pontarlier, il Gorgon e il Matisse (gli ultimi 3 non ancora disponibili per la vendita). La jade produce assenzio distillandolo in originali alambicchi della pernod fils di Pontarlier dell?800 partendo da ingredienti di prima qualitÃ* e da alcool prodotto esattamente come veniva fatto nel XIX secolo, un alcool ben diverso dai moderni alcoli industriali. La distillazione è completamente artigianale, come per tutte le distillerie di Pontarlier, Fougerolles e Svizzera, ma la particolaritÃ* degli assenzi jade è quella di essere dei fedeli cloni di alcuni dei più famosi assenzi del XIX secolo.
-quali erano le marche più bevute nell?800? Moltissime erano le distillerie sparse un po? in tutta la Francia, la Svizzera e la Spagna che producevano absinthe, tra queste una grande fetta di mercato era coperta dalla produzione della famiglia Pernod. La Pernod fils di Pontarlier nella seconda metÃ* dell?800 produceva 20000litri di absinthe al giorno e poco meno era la produzione della distilleria Edouard Pernod di proprietÃ* del fratello del direttore della Pernod fils. Altre marche molto vendute e di ottima qualitÃ* erano il Premier fils, il Berger, il Bourgeois, il Kubler, il Terminus, l?oxygenee della Cusenieer.
- l?assenzio era bevuto con il laudano? Negli anni in cui l?assenzio spopolava l?oppio e i derivati dell?oppio non erano ancora proibiti nonostante fossero giÃ* visti come droghe pericolose e i fumatori d?oppio come persone da poco. Esistevano infatti locali dove poter tranquillamente fumare oppio. I fumatori di oppio non erano certamente pochi e rari visto che generalmente l?oppio costava meno della birra. Il laudano era tuttavia qualcosa che pochi potevano permettersi, sia per il suo costo, sia perché tecnicamente legato al solo utilizzo medico. Le uniche persone che potevano permettersi il laudano e ne facevano uso erano sicuramente benestanti e appartenenti alla medio alta borghesia, e ovviamente erano oppiomani. Questi erano soliti aggiungere il laudano nel vino, nell?assenzio, nel caffè, nel loro tè? e addirittura semplicemente nell?acqua. È quindi scorretto affermare che l?assenzio venisse bevuto regolarmente con laudano. Erano veramente pochi coloro che potevano permettersi il laudano e questi lo mettevano in ogni loro bevanda (anche se generalmente era abitudine metterlo nel vino) e quindi con molta probabilitÃ* anche nel loro assenzio. Sostenere che l?assenzio veniva bevuto con il laudano sarebbe come ipotizzare che oggi, con il laudano legale, il martini venga bevuto aggiungendo diverse gocce di laudano solo perché chi ne fa uso lo mette dove capita.
quanto ne hai bevuto ? http://www.webchapter.it/smiles/happy3.gif http://www.webchapter.it/smiles/happy4.gif http://www.webchapter.it/smiles/happy3.gif
albydynasport
31-08-2006, 15:01
Scritto da: Hrugga 31/08/2006Â*14.58
La veritÃ* sul tujone
La leggenda dell?assenzio è ancora oggi resa misteriosa e intrigante da quanto si narra circa uno dei tantissimi oli essenziali presenti: il tujone. Cos?è in realtÃ* il tujone? Effettivamente sono pochi gli studi scientifici inerenti questo olio essenziale e molti di questi non sono oggettivi poiché finanziati all?inizio del XX secolo proprio dai governi che volevano mettere l?assenzio al bando. Studi condotti negli anni ?70 hanno portato a considerare il tujone (e i suoi effetti) simili a quelli del THC della cannabis? solo perché le due molecole avevano una disposizione spaziale molto simile?!! Il tujone in veritÃ* è un terpene presente in diverse piante come le artemisie (tra cui l?artemisia absinthum, ma anche il genepì, ovvero l?artemisia glacialis) e le salvie (anche la salvia officinalis usata in cucina). Il suo profumo è molto simile a quello del mentolo e lo troviamo tra gli eccipienti del vicks vaporub. Effettivamente ad alti dosaggi il tujone ha effetti devastanti sul sistema nervoso; tutto sta a definire quali sono questi ?alti dosaggi?. Gli esperimenti scientifici descrivevano che serviva un grammo di tujone iniettato in vena ad una cavia di laboratorio per portare l?animaletto al delirium tremens. A volte si è notato che il povero topolino muore. Si ammetterÃ* che un uomo il cui peso è cento volte più grande di quello di una cavia, offre una forza di resistenza di cento volte superiore; un grammo di tujone iniettato in un porcellino d?India equivarrebbe a 100 grammi per un uomo; non ci sarebbe da meravigliarsi se l'iniezione improvvisa di 100 grammi di tujone in un corpo umano abbia come conseguenza disturbi seri o addirittura la morte.
Secondo calcoli molto precisi gli assenzi hanno sempre avuto quantitÃ* tali di tujone che una persona, per assumerne tali quantitÃ* dovrebbe bere un centinaio di litri di assenzio. Va da sé che l?alcool porterebbe a danni gravi ben prima!
Stesso discorso vale per gli altri due oli essenziali condannati a suo tempo: l?anetolo, olio essenziale ricavato dall?anice e il fenitolo, ricavato dal finocchio.
Inoltre nessun si è mai sognato di etichettare come allucinogeno il vermuth, il genepì o i liquori di salvia, o un anice, un mistrÃ* o un anisette, che contengo esattamente tujone i primi e anetolo i secondi.
È vero che la pianta artemisia absinthum contiene moltissimo tujone, ma questo si perde quasi tutto per evaporazione durante l?essicazione, e altro tujone ancora si perde nella testa della distillazione. È quindi incorretto stimare, come fece nel 1989 Wilfred Arnold, che gli assenzi storici avessero 250 mg/kg di tujone. Arnold fece questa stima considerando la pianta fresca e non prese mai in considerazione né l?essicazione né la distillazione. Un noto chimico e biologo americano, Ted Breaux, ha passato gli ultimi 11 anni a studiare l?assenzio per capire se veramente fosse quel veleno che le leggende narrano. Egli estrasse con una siringa l?assenzio da antiche bottiglie del XIX secolo arrivate intatte fino ai nostri giorni e le analizzò. I risultati furono stupefacenti: gran parte degli assenzi d?epoca avevano tujone che andava dai 5 ai 9 mg/kg, e solo qualcuno sfiorava i 20-30 mg/kg. Considerando che le normative CEE permettono un limite massimo di 35 mg/kg di tujone, gran parte degli assenzi storici sarebbe tutt?ora legale da questo punto di vista.
Domande frequenti
-Che cos?è l?assenzio? Per assenzio si intende la pianta scientificamente chiamata artemisia absinthum. È un arbusto piuttosto comune, specialmente nelle zone alpine caratterizzato da un color verde argentato con riflessi bluastri. Il suo sapore è estremamente amaro. In erboristeria viene utilizzato per lenire i dolori mestruali, per problemi dell?apparato digerente e per combattere l?acne. Il suo utilizzo è conosciuto fin dall?antichitÃ*. Sempre con il termine assenzio in Italia ci si riferisce a quello che più correttamente viene nominato ?absinthe?, un liquore distillato preparato con l?utilizzo di diverse erbe, semi, radici tra cui l?artemisia absinthum, i semi di anice verde, i semi di finocchio, melissa, coriandolo, issopo.
-E? vero che l?absinthe è allucinogeno? Assolutamente no. L?absinthe in quanto tale non è allucinogeno. Questo non significa che possa essere bevuto tranquillamente: è pur sempre un superalcolico da bersi con moderazione.
-Cos?è il tujone? È vero che è una droga? Il tujone è un terpene contenuto in diverse piante tra cui, in quantitÃ* differenti, in tutte le artemisie (tra cui anche l?artemisia glacialis ovvero il genepì), le salvie (inclusa la salvia officinalis comunemente utilizzata in cucina) che si attiva a gradazioni alcoliche superiori i 40°. Questo non significa che al di sotto di questa gradazione non sia presente tujone in alcolici che prevedono l?utilizzo di queste piante. Si possono trovare tranquillamente quantitÃ* o anche solo tracce di tujone nei genepì, nei vermuth, nei liquori di salvia, negli amari ? L?absinthe contiene in generale una discreta quantitÃ* di tujone rispetto la maggioranza degli altri alcolici perché prevede l?utilizzo di una buona quantitÃ* di artemisia absinthum, artemisia pontica e talvolta di artemisia glacialis. In passato, come ai nostri giorni, era raro trovare absinthe con quantitativi superiori i 25-30mg/kg di tujone. Questo perché, se distillato seguendo le migliori ricette e con i giusti metodi di distillazione buona parte del tujone viene scartato con la testa del distillato. È assolutamente falso che gli absinthe del XIX secolo avessero quantitÃ* di tujone esageratamente superiori a quelle degli absinthe dei nostri giorni. È tuttavia possibile che alcuni prodotti di scarsa qualitÃ* avessero elevate quantitÃ* di tujone proprio a causa dello scarso metodo di produzione. Il tujone non è di per sé una droga, non almeno nelle quantitÃ* che troviamo negli absinthe. Esiste una normativa europea che limita a 35 mg/kg il tujone negli alcolici amari e a 10 mg/kg nei liquori. L?absinthe può benissimo contenere per legge fino a 35 mg/kg (limite peraltro raramente superabile negli absinthe di qualitÃ* di qualsiasi epoca). È peraltro vero che il tujone ha una struttura chimica del tutto simile al THC della Cannabis e questa similitudine in passato a fatto pensare che fosse proprio il tujone il responsabile della follia, delle allucinazioni e del delirium tremens tipico dei grandi bevitori di absinthe. In realtÃ* gli esami vennero condotti esclusivamente su topolini di laboratorio o su malati terminali di absinthismo e mi sembra del tutto scontato far notar che qualsiasi esame condotto fosse del tutto irrilevante. Studi più recenti smentirono le ricerche condotte in passato (le ricerche volute dal governo francese, lo stesso governo che cercava in tutti i modi di metter fine al diffuso problema dell?alcolismo in tutti i ceti sociali) rilevando che un topolino di laboratorio ha effetti di delirium tremens solo con la somministrazione di 10 mg di tujone per un uso prolungato. È evidente che, date le differenze fisiche tra un topolino di laboratorio e un essere umano le dosi necessarie ad una persona devono essere superiori. Sapendo che i migliori absinthe di tutti i tempi avessero al massimo 20-25 mg/kg di tujone, quel topolino avrebbe dovuto bere almeno mezzo litro di absinthe al giorno per avere effetti derivati dal tujone. È scontato far notare che l?alcool avrebbe causato seri danni molto prima del tujone. La vera droga dell?absinthe è l?alcool ed è noto che un intossicazione da alcool causa allucinazioni, delirium tremens e tutti gli altri effetti notati nei malati di absinthismo. L?absinthismo altro non era quindi che un grave problema di alcolismo. Le vittime dell?absinthe furono in realtÃ* vittime dell?alcool e degli additivi chimici presenti nei prodotti da pochi soldi che purtroppo venivano bevuti specialmente dai ceti più poveri. Chiunque vi dica di aver avuto allucinazioni o aver visto la fata verde dopo un paio di bicchieri di absinthe vi sta semplicemente prendendo in giro. L?absinthe non è più pericoloso di qualsiasi altro superalcolico, ma come tale non bisogna abusarne. Per ulteriori informazioni riguardo il tujone vedere la sezione relativa. Diffidate di chiunque vi venda l?assenzio parlandovi di contenuto di tujone.
-il mio absinthe non è verde: mi hanno bidonato? Non è detto. Nonostante in passato la grande maggioranza degli absinthe fossero verdi (di varie tonalitÃ*) esistevano absinthe giallini, giallo scuro, incolore e addirittura rosa (il rosinette, di cui ci è rimasto a testimonianza solo un poster pubblicitario). Vista l?enorme quantitÃ* di prodotti che ogni giorno vengono immessi sul mercato etichettati come absinthe con il mero scopo di accattivarsi l?acquirente con i classici luoghi comuni generalmente il fatto di trovarsi di fronte ad un absinthe giallino o incolore può essere sinonimo di qualitÃ*. Sono pochi oggi gli absinthe verdi completamente naturali e di alta qualitÃ* e spesso hanno prezzi piuttosto alti.
-l?absinthe che compro oggi è diverso da quello dell?800? L?absinthe oggi è tornato in voga grazie alla continuitÃ* produttiva della Spagna. Agli inizi degli anni ?90 il signor Hills tornò a Praga dalla Spagna portando con sé una bottiglia di absenta deciso a rilanciare l?azienda di famiglia producendo absinthe. Purtroppo il prodotto di Hills era tutt?altro che absinthe, ciononostante in breve tempo divenne così popolare da indurre altri produttori di Praga e di tutto l?est europeo a produrre absinth simili all?Hills. Intanto l?absinth Hills stava spopolando anche in Inghilterra, un altro dei pochi paesi che non mise mai al bando l?absinthe. Le distillerie spagnole non guardarono l?ascesa dei prodotti dell?est restando ferme: decisero che fosse giunto il momento di dare una svolta al loro mercato. Fu così che misero da parte le loro antiche ricette favorendo nuove versioni molto più simili ai pastis di Marsiglia e iniziarono una produzione decisamente più economica grazie agli oli essenziali. I nuovi absinthe spagnoli volevano, almeno negli intenti, esser più simili agli antichi absinthe di quanto lo fossero i prodotti dell?est, pur restano ancora lontani dal tanto temuto vero absinthe. Il fatto che le nuove ricette altro non fossero che ?pastis complessi? avrebbe dovuto semplificare l?esportazione in tutta Europa. Le cose in realtÃ* non furono così semplici perché il timore dell?absinthe ostacolò non poco l?espansione del mercato spagnolo, specialmente in Francia dove l?orgoglio nazionale li rifiutava anche come ?pastis complessi? poiché prodotti in Spagna. La manovra di mercato spagnola contribuì comunque non poco al ritorno della fata verde. Poco a poco il mito ritornava a galla e sempre più produttori immettevano sul mercato il loro absinthe. In particolare, dopo il tentativo spagnolo, alcune produttrici del sud della Francia, decisero azzardatamene di produrre pastis con estratti di artemisia absinthum. Anche una compagnia inglese decise di mettersi in gioco cercando di riprodurre un absinthe il più fedele possibile a quelli del XIX secolo, chiedendo anche consiglio a Marie Claude Dehalaye, responsabile del museo dell?absinthe. Purtroppo tutti questi tentativi sul filone degli absenta iberici erano ancora ben lontani dall?essere paragonati ai veri absinthe. Ad ogni modo il mercato veniva sempre più invaso da nuovi liquori che sostenevano essere l?unico vero absinthe, i giornali iniziarono a parlarne, la fata divenne protagonista di alcune scene memorabili di diversi film?così che alla fine, quelle poche distillerie antiche di absinthe ancora in attivitÃ* decisero di tentare ancora, dopo tutti quegli anni di proibizionismo a distillare il loro vero absinthe. Una volta fatta la distillazione vennero fatti adeguati controlli per confermare che il prodotto potesse effettivamente essere venduto legalmente e alla fine, solo alcune volte con minime modifiche alle ricette originali, anche i veri absinthe dell?800 sono tornati in produzione. Abbiamo quindi oggi 3 categorie di alcolici etichettati absinthe: -quelli che seguono il filone di Hills; sono prodotti la maggior parte delle volte molto scadenti, che non ricordano nemmeno lontanamente l?absinthe, con sapori sottili e artificiali. Questo tipo di prodotto generalmente proviene da Praga, dall?est Europa ma anche da Francia, Germania, Portogallo, Austria, Spagna, e Italia. -quelli che seguono il nuovo concetto di absenta spagnoli; sono prodotti generalmente di qualitÃ* mediocre, pensati esclusivamente per la vendita di quantitÃ* e non di qualitÃ*. Hanno uno spiccato sapore di anice stellato che il più delle volte diventa quasi stucchevole. Generalmente sono sufficientemente dolci da poter essere bevuti senza zolletta. Di questi absinthe moderni troviamo molte etichette spagnole, francesi ma anche tedesche -quelli originali, intendendo con questo termine gli absinthe preparati con il metodo classico di macerazione e distillazione seguendo le antiche ricette. Sono prodotti di alta qualitÃ* provenienti quasi esclusivamente da Francia e Svizzera, con dovute eccezioni in Spagna e persino in Italia e Austria. Fanno eccezione alcuni absinthe che, pur non essendo tecnicamente originali perché non hanno una tradizione alle spalle, hanno un sapore autentico che li avvicina più agli originali piuttosto che ai moderni absinthe.
- come faccio a capire se il mio absinthe è di qualitÃ*? La qualitÃ* di un absinthe dipende come in tutte le cose dalla qualitÃ* delle materie prime e dalla qualitÃ* del metodo di produzione. Anche in passato esistevano absinthe economici (chiamati absinthe ordinari) prodotti generalmente a basso costo partendo da materie prime di seconda scelta (a volte anche peggiori) e utilizzando metodi di produzione mirati ad abbassare i costi. Un absinthe di qualitÃ* in passato come oggi viene prodotto esclusivamente seguendo il metodo svizzero di macerazione delle erbe e distillazione. Tutti gli ingredienti, compresi quelli della colorazione sono naturali e di prima scelta. Queste caratteristiche si ritrovano poi in un sapore elegante, bilanciato e rifinito, senza sbavature aromatiche eccessive. Generalmente un absinthe di qualitÃ* avrÃ* un colore tipico della clorofilla (giallo, giallino, verde oliva o verde chiaro, o un verde tipico delle foglie marce), o sarÃ* addirittura incolore. Il sapore non tenderÃ* esageratamente verso un ingrediente, ma sarÃ* perfettamente bilanciato, proponendo una multidimensionalitÃ* aromatica tipica dell?absinthe. Il louche, può aiutare a capire molto sulla qualitÃ* della produzione: un intorbidimento esagerato potrebbe suggerire un alto uso di badiana (anice stellato), anche se in casi particolari come gli absinthe svizzeri, il louche molto violento è del tutto normale. Un intorbidimento completamente assente potrebbe indurci a pensare che nel nostro bicchiere non ci sia absinthe bensì uno di quei nuovi prodotti erroneamente etichettati absinthe. Eccezione fanno gli un emile e l?oxygenee che hanno louche davvero delicati per l?assenza di badiana e scarso uso di anice verde.
-i pastis sono absinthe senza artemisia absinthum? No, il pastis, anche se storicamente legato all?absinthe e suo diretto discendente è in realtÃ* piuttosto lontano dell?essere semplicemente un absinthe senza artemisia absinthum. I motivi sono vari e dipendono tutti dal concetto di partenza: i pastis sono liquori basati prevalentemente sull?anice stellato e la liquirizia (con dovute eccezioni pregiate), erbe che negli absinthe, quando presenti, altro non erano che correttivi e non ingredienti portanti. Ecco perché gli absinthe di nuova generazione derivati dai nuovi absinthe spagnoli, avendo molto anice stellato diventano molto più simili ai pastis piuttosto che ai veri absinthe del XIX secolo. Inoltre la gradazione dei pastis non supera mai i 45° quando negli absinthe quella gradazione è la più bassa possibile. Il sapore del pastis è in generale più semplice e monotematico rispetto agli absinthe e questo non dipende solo dall?assenza dell?artemisia absinthum, ma anche dall?assenza di altre erbe importanti come l?issopo. Aggiungere artemisia absinthum al vostro pastis non ve lo trasformerÃ* in absinthe, ma solo in un pastis rovinato da un inutile amarezza: l?artemisia absinthum inoltre deve essere distillata.
-posso farmi l?absinthe in casa? Preparare un absinthe prevede l?utilizzo di un alambicco per distillare. Ignorare la distillazione credendo di poter semplicemente ottenere absinthe facendo macerare in alcool gli ingredienti sarebbe come pretendere di ottenere whiskey macerando grano nell?alcool o vino aggiungendo alcool al succo di uva. Anche possedendo un alambicco, regolarmente denunciato, ottenere absinthe non è poi così semplice. Bisogna partire da alcool a 85° non facile da trovare e saper perfettamente trattare gli ingredienti in modo da sfruttarli al meglio. Inutile affidarsi alla prima ricetta trovata in internet e pretendere di farsi l?assenzio in casa. Non ottereste altro che un liquore con alcool aggressivo e un sapore estremamente amaro e sottile: completamente diverso da quello che dovrebbe in realtÃ* essere un assenzio.
-è corretto preparare l?assenzio flambée? Assolutamente no. È il peggior errore che si possa commettere. Il flambée non è un rituale storico ma una moderna invenzione fatta esclusivamente per attirare l?occhio del bevitore inesperto. In realtÃ* dar fuoco all?absinthe significa cambiarne radicalmente il delicato bilanciamento aromatico, rischiare di rovinare bicchieri e cucchiai e trovarsi alla fine un intruglio trepidino e caramelloso che a fatica si riesce a finire. Se si vuole bere correttamente l?absinthe l?unico metodo è quello classico. Nessun amante del whiskey o del cognac o di qualsiasi altro alcolico tollererebbe che, dopo un revival modaiolo, si iniziasse a servirlo flambée.
-è giusto usare l?absinthe nei cocktail? Certamente. L?assenzio ha un sapore piuttosto particolare che forse non si adatta troppo a molti cocktail, ma la creativitÃ* dei barman può dar vita ad interessanti abbinamenti. Ricordo inoltre che l?assenzio fu protagonista duranti gli anni in cui apparvero i primi cocktail. Alcuni di essi sono ormai leggendari come il sarzerac o lo suissesse.
-l?assenzio è legale? Anche se tecnicamente la legge italiana che metteva al bando l?assenzio non venne più toccata negli anni oggi esiste una normativa europea che prevede che tutti i prodotti della comunitÃ* europea circolino liberamente in tutti i paesi della comunitÃ* europea. Grazie a questa normativa gli absenta spagnoli poco alla volta arrivarono un po? in tutta Europa seguiti da quelli francesi e tecnicamente, poiché quelli spagnoli che, da un punto di vista tecnico non sono differenti (per le quantitÃ* di tujone) da quelli francesi, dovevano essere liberamente commercializzati, così fu anche per quelli francesi e del resto d?Europa. Tuttavia esiste un?altra normativa europea che mette limiti precisi al quantitativo di tujone pari a 10 mg/kg per i liquori e 35 mg/kg negli amari. Poiché l?absinthe può essere definito a tutti gli effetti un amaro, potrÃ* avere il limite massimo di 35 mg/kg, limite che legalizzerebbe gran parte degli absinthe mai prodotti dall?800 ai nostri giorni. Dal 1 marzo 2005 anche la Svizzera ha permesso il ritorno dell?absinthe con gli stessi limiti europei aggiungendo una clausola (riferita particolarmente alla qualitÃ* dei prodotti svizzeri) che consente la produzione di absinthe esclusivamente per distillazione. Non è consentito produrlo per aggiunta di oli essenziali. In Francia, dove non è ancora permesso l?utilizzo del termine "absinthe" in etichetta, si opta per storpiamenti della parola (absente, versinthe, abisinthe?) oppure si sceglie semplicemente di utilizzare la frase "spiritueux aux plantes d?absinthe" (peraltro presente in numerose etichette d?epoca). In questo modo si aggira una legge stupida che consente la vendita di un prodotto solo se non viene chiamato "absinthe". In Italia non vi sono particolari problemi riguardanti il termine utilizzato in etichetta (e a ben guardare, se sorgesse il problema francese, la legge italiana mette al bando l?assenzio e non l?absinthe) e può quindi tranquillamente circolare a patto che rispetti le normative europee.
-come viene prodotto un assenzio? Un absinthe può essere prodotto per macerazione e distillazione oppure aggiungendo oli essenziali e aromi all?alcool o per mezzo di un po? tutti e due i metodi. La qualitÃ* resta confinata agli absinthe distillati e scende generalmente con l?aumento dell?utilizzo di oli essenziali, nonostante esistano in commercio assenzi prodotti con oli essenziali di discreta qualitÃ*. Il metodo classico svizzero (macerazione e distillazione) prevede una macerazione di alcune ore in alcool a 85° (generalmente alcool di vino) di artemisia absinthum, anice verde, issopo, finocchio? Alla fine il macerato viene distillato e portato alla gradazione desiderata. Il risultato è un assenzio incolore. Nel caso si volesse colorare il distillato si fa una seconda macerazione più breve di artemisia pontica, melissa, menta, issopo? che daranno il classico colore all?absinthe.
-se bevo assenzio mi farÃ* male? Non più di qualsiasi altro superalcolico. Inutile dire che leggende che vogliono che l?assenzio sia un veleno pericoloso sono ancora radicate nella mentalitÃ* comune, in realtÃ* l?assenzio altro non è che un piacevole aperitivo particolare e rinfrescante e se preparato come si deve, un bicchiere non fa più di 12°-16°. Naturalmente bisognerÃ* non abusarne poiché è pur sempre un alcolico.
-quanti gradi fa un assenzio? Gli absinthe hanno gradazioni che vanno dai 45° in su. In passato generalmente gli absinthe a 45°-50° erano quelli più economici e di qualitÃ* inferiore. Tra i 50° e i 60° vi erano absinthe di qualitÃ* e oltre i 60° (fino ad un massimo di 75°) la qualitÃ* superiore. I migliori absinthe del XIX secolo avevano gradazioni che oscillavano tra i 60 e i 74 gradi, gradazione che permetteva una colorazione naturale durevole nel tempo. Ai nostri giorni le cose sono un po? cambiate: troviamo absinthe di alta qualitÃ* anche a 45° (l?abbassamento della gradazione è in questi casi una scelta del produttore mirata a render più morbido l?absinthe e a "spaventar meno" la gente che ancora teme i vecchi absinthe a 68°), e tanti prodotti scarsi e sconsigliabili che superano addirittura gli 85° per tentare di accattivarsi quella fetta di clientela che cerca lo sballo che le leggende narrano. Gli absinthe svizzeri hanno sempre avuto gradazioni più basse di quelli francesi e oggi oscillano tra i 50 e i 56 gradi. Gli assenzi verdi di qualitÃ*, colorati naturalmente hanno tutti gradazioni tra i 60 e i 72 gradi.
-perché l?assenzio fu messo al bando? L?inizio del XX secolo era caratterizzato da una societÃ* in cui l?alcolismo era largamente diffuso in ogni ceto sociale. In Francia in particolare troppi erano i decessi causati dai danni dell?alcool, e troppe persone soffrivano dei classici effetti collaterali tipici dell?alcolizzato: indole violenta, delirium tremens, perdita della memoria e allucinazioni nei casi terminali. Era necessario prendere dei provvedimenti drastici per ridurre questa piaga sociale e poterla controllare al meglio. In quegli anni l?alcolico più bevuto in assoluto in Francia e Svizzera era appunto l?absinthe. Bisogna inoltre considerare che le distillerie di absinthe avevano conquistato una bella fetta del mercato con gravi conseguenze per l?economia dei produttori di cognac, whiskey, brandy che possedevano anche un certo peso politico nei paesi. La campagna contro l?alcolismo e quella contro l?absinthe divennero un tutt?uno, proprio perché eliminare il maggior responsabile dell?alcolismo sembrava l?unica mossa possibile. Il governo francese iniziò a condurre esami scientifici sull?absinthe e sui malati di absinthismo portando alla luce i dannosi effetti del tujone e dell?alcool. Poco importa se quei test erano finanziati interamente dal governo che mirava alla messa al bando dell?absinthe: in pochi anni la fata verde divenne il veleno per eccellenza e i bevitori di assenzio il tumore della societÃ* moderna. Tutto questo non bastava a bandire per sempre l?absinthe, serviva un movente e questo arrivò quando in Svizzera un uomo trucidò la famiglia dopo aver bevuto due bicchieri di absinthe. Non aveva alcuna importanza se Lanfrey uccise moglie e figli dopo aver bevuto molto altro oltre ai due absinthe: era la fata che fece impazzire il pover uomo! In pochissimo tempo la Svizzera bandì categoricamente l?absinthe, seguita a ruota dalla Francia e negli anni successivi da buona parte del mondo. In America la messa al bando dell?absinthe anticipò di diversi anni la messa al bando di tutti gli alcolici. Gli anni successivi videro nascere numerose leggende, ingigantire aneddoti di scarso significato e crescere il contrabbando di assenzio tra Spagna e Francia (in Spagna non venne mai bandito). Anche in Svizzera la produzione non cessò mai e produttori clandestini continuarono fino ai nostri giorni a tramandarsi di generazione in generazione la tradizione della fata, diventata ormai per facilitarne il contrabbando esclusivamente incolore. I clandestini svizzeri erano soliti bruciare copertoni di ruote in prossimitÃ* del luogo della distillazione proprio per nascondere l?intenso profumo della fata. Poi con gli anni il ricordo dell?assenzio si annebbiò e divenne solamente un mito sconosciuto ai più. Solo nella Val de Travers, grazie alla distillazione clandestina l?absinthe continuò ad essere protagonista dei pochi che sapevano chi distillasse ancora.
-che sapore ha l?assenzio? Esistono e sono sempre esistite centinaia di marche di assenzio, con sapori spesso molto diversi tra loro. È vero comunque che i veri absinthe hanno caratteristiche aromatiche comuni. Un buon absinthe, contrariamente da quanto si crede, non è eccessivamente amaro né sa solo di anice. Gli aromi delle erbe devono fondersi l?un l?altro arrivando a creare un sapore ricco di sfumature, dall?amarognolo dell?artemisia absinthum al profumo dei semi di anice verde, dalla morbida dolcezza dei semi di finocchio fino al sapore erbaceo dell?issopo. Un buon absinthe generalmente è anche piuttosto ?speziale? grazie all?uso dei semi di coriandolo, alla melissa e alla menta che lo rendono leggermente piccante e acidulo. Direi che in un buon absinthe dovremmo trovare il perfetto bilanciamento dell?aspetto amaro, dolce, speziale ed erbaceo. Al contrario di quanto detto sopra gli assenzi moderni sanno quasi esclusivamente di anice stellato (che è completamente diverso dal sapore dei semi di anice verde), ovvero quell?aroma di anice-liquirizia che siamo abituati a sentire nelle caramelle o nella sambuca.
-il mio assenzio sa di sambuca? In Italia non abbiamo una grande tradizione nei liquori all?anice, così tutto quello che beviamo aromatizzato all?anice lo colleghiamo direttamente all?unico che conosciamo. In realtÃ* la sambuca, contrariamente a quanto si crede, non contiene veramente anice verde, bensì badiana (l?anice stellato), ovvero una spezie che proviene dalla Cina, usata moltissimo per i prodotti dolciari e regolarmente abbinata alla liquirizia tanto da mettere in confusione chi non conosce davvero il sapore della radice di liquirizia non aromatizzata da badiana. Inoltre la sambuca prevede l?uso delle bacche di sambuco (da cui prende il nome), ingrediente non contemplato dalle ricette di absinthe. La differenza tra un vero assenzio e la sambuca è abissale e credo che tutti possano notarlo; quello che effettivamente potrebbe fare confusione per un palato inesperto è il confronto tra la sambuca e un assenzio moderno come il la fee, o il deva. Questi assenzi hanno un marcato sapore di anice stellato e quindi molto più vicini al gusto della sambuca. Un?altra differenza tra absinthe e sambuca (al di lÃ* dell?evidente ricchezza aromatica del primo rispetto al sapore monotematico della seconda) la troviamo al palato: la sambuca, ricca di zucchero e badiana risulta eccessivamente stucchevole e pastosa mentre un absinthe, anche quando è persistente in bocca, non risulta mai invadente ed dolce fino alla nausea.
-qual è la differenza tra un assenzio e un pastis? Nonostante il pastis possa in qualche modo essere piuttosto simile all?assenzio in realtÃ* è qualcosa di completamente diverso. Prima di tutto il pastis è basato quasi esclusivamente sull?utilizzo di badiana e liquirizia e poche altre erbe che vengono completamente sommerse dall?intensitÃ* dei due ingredienti principali. I pastis inoltre contengono zucchero che li rende molto più liquorosi dell?absinthe e vengono regolarmente prodotti con aggiunta di oli essenziali all?alcool. Nessuna distillazione è prevista. Gli unici ?pastis? (ma effettivamente non sono veri pastis) distillati provengono dalle distillerie di Pontarlier. Gli anis di Pontarlier (vieux pontarlier, pontarlier anis) sono ?pastis distillati? ed effettivamente molto più simili agli absinthe di quanto non lo siano i pastis più comuni come il pernod o il ricard.
-dove posso acquistare un buon assenzio? Al momento non è molto facile trovare vero assenzio nei locali o nelle liquoristerie. Certo è che se si chiede diverse volte un assenzio di qualitÃ* sarÃ* più facile che prima o poi i gestori ve lo procurino. Il metodo più semplice per acquistare assenzio di qualitÃ* purtroppo è ancora l?acquisto ondine. Su questo sito troverete quasi tutti gli absinthe di qualitÃ* e una discreta varietÃ* di prodotti moderni.
-quali sono i migliori assenzi? A prescindere dal gusto personale i migliori assenzi sono generalmente quelli distillati. Tra questi consiglierei i prodotti delle cittÃ* natale dell?absinthe, Pontarlier, Fougerolles, ovvero gli un emile, il white fairy, il guy, il verte de fougerolles, il blanche de fougerolles, il coulin, i lemercier, i muse de france. Altri absinthe di alta qualitÃ* sono generalmente quelli svizzeri e in particolare quelli della val de travers come il kubler, il clandestine, i la valot, il ptit, l?elixir du pay de fee?. Anche il kallnacher prodotto in un cantone tedesco è un absinthe molto buono. Tra gli absinthe spagnoli certamente il segarra risulta quello con la qualitÃ* maggiore, seguito dagli NS. Altri absinthe di altissima qualitÃ* e molto ricercati perché ricalcano fedelmente il concetto di assenzio dell?800 sono il montmartre65 e gli assenzi della jade: il nouvelle orlean, il verte suisse65, l?edouard, il Pontarlier, il Gorgon e il Matisse (gli ultimi 3 non ancora disponibili per la vendita). La jade produce assenzio distillandolo in originali alambicchi della pernod fils di Pontarlier dell?800 partendo da ingredienti di prima qualitÃ* e da alcool prodotto esattamente come veniva fatto nel XIX secolo, un alcool ben diverso dai moderni alcoli industriali. La distillazione è completamente artigianale, come per tutte le distillerie di Pontarlier, Fougerolles e Svizzera, ma la particolaritÃ* degli assenzi jade è quella di essere dei fedeli cloni di alcuni dei più famosi assenzi del XIX secolo.
-quali erano le marche più bevute nell?800? Moltissime erano le distillerie sparse un po? in tutta la Francia, la Svizzera e la Spagna che producevano absinthe, tra queste una grande fetta di mercato era coperta dalla produzione della famiglia Pernod. La Pernod fils di Pontarlier nella seconda metÃ* dell?800 produceva 20000litri di absinthe al giorno e poco meno era la produzione della distilleria Edouard Pernod di proprietÃ* del fratello del direttore della Pernod fils. Altre marche molto vendute e di ottima qualitÃ* erano il Premier fils, il Berger, il Bourgeois, il Kubler, il Terminus, l?oxygenee della Cusenieer.
- l?assenzio era bevuto con il laudano? Negli anni in cui l?assenzio spopolava l?oppio e i derivati dell?oppio non erano ancora proibiti nonostante fossero giÃ* visti come droghe pericolose e i fumatori d?oppio come persone da poco. Esistevano infatti locali dove poter tranquillamente fumare oppio. I fumatori di oppio non erano certamente pochi e rari visto che generalmente l?oppio costava meno della birra. Il laudano era tuttavia qualcosa che pochi potevano permettersi, sia per il suo costo, sia perché tecnicamente legato al solo utilizzo medico. Le uniche persone che potevano permettersi il laudano e ne facevano uso erano sicuramente benestanti e appartenenti alla medio alta borghesia, e ovviamente erano oppiomani. Questi erano soliti aggiungere il laudano nel vino, nell?assenzio, nel caffè, nel loro tè? e addirittura semplicemente nell?acqua. È quindi scorretto affermare che l?assenzio venisse bevuto regolarmente con laudano. Erano veramente pochi coloro che potevano permettersi il laudano e questi lo mettevano in ogni loro bevanda (anche se generalmente era abitudine metterlo nel vino) e quindi con molta probabilitÃ* anche nel loro assenzio. Sostenere che l?assenzio veniva bevuto con il laudano sarebbe come ipotizzare che oggi, con il laudano legale, il martini venga bevuto aggiungendo diverse gocce di laudano solo perché chi ne fa uso lo mette dove capita.
ecco perche io non bevo !!!!
willieroero
31-08-2006, 15:01
Scritto da: Sugimotodera 31/08/2006 14.54
ha degli amici ironici http://www.webchapter.it/smiles/vhappy3.gif
non ho amici, solo vizi ipercalorici e cancerogeni
da qui la mia acida antipatia
Scritto da: harleyindiano 31/08/2006Â*13.35
Buongustaio.... grappa monovigno di prosecco http://www.webchapter.it/smiles/happy7.gif
e mannamene na bbbbottia, anfamitÃ*! http://www.webchapter.it/smiles/cervo.gif
albydynasport
31-08-2006, 15:02
Scritto da: TORX 31/08/2006Â*15.02
e mannamene na bbbbottia, anfamitÃ*! http://www.webchapter.it/smiles/cervo.gif
noi stiamo ancora aspettando il limoncello
Sugimotodera
31-08-2006, 15:03
GRAZIE, ESAURIENTE DIREI! http://www.webchapter.it/smiles/vhappy3.gif
Sugimotodera
31-08-2006, 15:04
Scritto da: Sugimotodera 31/08/2006Â*15.03
GRAZIE, ESAURIENTE DIREI! http://www.webchapter.it/smiles/vhappy3.gif
Scritto da: Sugimotodera 31/08/2006 15.04
Plego signola....
L'ho scritto rapidamente mentre colavo l'acquetta sullo zuccherino
http://www.webchapter.it/smiles/tongue3.gif [Modificato da Hrugga 31/08/2006Â*15.14]
I LOVE ASSENZIO! http://www.webchapter.it/smiles/boom.gif http://www.webchapter.it/smiles/boom.gif http://www.webchapter.it/smiles/boom.gif
Sugimotodera
31-08-2006, 15:44
Scritto da: Hrugga 31/08/2006Â*15.13
Plego signola....
L'ho scritto rapidamente mentre colavo l'acquetta sullo zuccherino
http://www.webchapter.it/smiles/tongue3.gif [Modificato da Hrugga 31/08/2006Â*15.14]
http://www.webchapter.it/smiles/vhappy3.gif http://www.webchapter.it/smiles/happy4.gif http://www.webchapter.it/smiles/happy4.gif http://www.webchapter.it/smiles/happy4.gif http://www.webchapter.it/smiles/happy4.gif http://www.webchapter.it/smiles/happy4.gif
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