dav.elis
11-04-2011, 12:15
Parto da Novara sabato dopo Pasqua con la moglie in moto complice mancanza figlia (in gita) e notte pagata per regalo smartbox a Iseo.
Pensavo di passare da un amico che ha parenti con osteria :happy7: a Crema per far mangiare alla moglie i famosi tortelli di Crema con la mentina(!).
Poi pomeriggio libero fino al lago (penso di arrivarci in un'ora).
Chi è del posto, cosa mi consiglia di visitare in zona, dato che il tempo non è tanto (2 ore dato che i tortelli peseranno e l'albergo aspetta). Il giorno dopo sauna... e poi ritorno.
Meglio fare un giro a Crema, sul lago d'iseo oppure tra Crema e il lago?
... grassie
agevolo qualcosa sui tortelli:
I ravioli dolci di Crema, o tortelli cremaschi, sono un piatto con una lunga storia, ed una ricetta che, con le solite varianti, è ben codificata nel territorio: non hanno niente a che vedere con i ravioli di zucca della vicina Mantova né con i casoncelli bergamaschi: gli ingredienti di base sono infatti due tipi di biscotti, il Mostaccino e l'amaretto Gallina, ingredienti tipicamente cremaschi. Nel gusto e nella preparazione di questi ravioli si riflette la storia della città di Crema, con l'influenza veneziana e le radici lombarde ben armonizzate. Che la ricetta sia antica lo si intuisce dal sapore e dalla tecnica di preparazione: il gusto per le miscele dolci-salate lo troviamo già in epoca romana, e rimane significativo fino ai primi del '900. In modo particolare cogliamo l'influenza veneziana (che è stata a lungo dominante nella diocesi di Crema) dall'uso delle spezie e di ingredienti particolari come le "armelline di Damasco", (che poi sono le mandorle contenute nei noccioli delle albicocche) usate per la confezione dei biscotti che compongono il ripieno. Sempre come nota storica va ricordato che questo piatto in passato era un lusso riservato ai benestanti, proprio perché cucinato con ingredienti rari e preziosi. Per trovare ricette codificate di "tortelli cremaschi" si deve arrivare al 1700, anche se è assai probabile che il piatto si preparasse da almeno un secolo. Già nell'ottocento troviamo invece che il patto è arrivato ad una larga diffusione, e lo si trova nei quaderni di ricette familiari: ovviamente ogni casa ha la sua ricetta migliore....
La pasta:
1 kg di farina bianca
1/2 litro circa di acqua calda
sale
Il ripieno:
300 g di amaretti scuri GALLINA
100 g di uvetta sultanina
50 g di cedro candito
un mostaccino
70 g di formaggio grana
un bicchierino di marsala
due pastiglie alla menta
un uovo
sale e noce moscata
tritare finemente gli amaretti, le mentine ed il mostaccino; aggiungervi l'uvetta, precedentemente ammollata in acqua, e il cedro, ridotti in poltiglia e continuando a mescolare aggiungervi tutti gli altri ingredienti. Una volta ottenuto un composto omogeneo mettetelo a riposare, coperto da un canovaccio, per un giorno intero; preparate la pasta e stendetela in una sfoglia fine, ritagliate dei dischetti, disponetevi sopra una nocetta di ripieno e chiudeteli a mezzaluna pizzicandoli. Mettete i tortelli a bollire per 10 - 12 minuti in abbondante acqua salata, scolateli e conditeli con burro, salvia e una generosa presa di formaggio grana.
Pensavo di passare da un amico che ha parenti con osteria :happy7: a Crema per far mangiare alla moglie i famosi tortelli di Crema con la mentina(!).
Poi pomeriggio libero fino al lago (penso di arrivarci in un'ora).
Chi è del posto, cosa mi consiglia di visitare in zona, dato che il tempo non è tanto (2 ore dato che i tortelli peseranno e l'albergo aspetta). Il giorno dopo sauna... e poi ritorno.
Meglio fare un giro a Crema, sul lago d'iseo oppure tra Crema e il lago?
... grassie
agevolo qualcosa sui tortelli:
I ravioli dolci di Crema, o tortelli cremaschi, sono un piatto con una lunga storia, ed una ricetta che, con le solite varianti, è ben codificata nel territorio: non hanno niente a che vedere con i ravioli di zucca della vicina Mantova né con i casoncelli bergamaschi: gli ingredienti di base sono infatti due tipi di biscotti, il Mostaccino e l'amaretto Gallina, ingredienti tipicamente cremaschi. Nel gusto e nella preparazione di questi ravioli si riflette la storia della città di Crema, con l'influenza veneziana e le radici lombarde ben armonizzate. Che la ricetta sia antica lo si intuisce dal sapore e dalla tecnica di preparazione: il gusto per le miscele dolci-salate lo troviamo già in epoca romana, e rimane significativo fino ai primi del '900. In modo particolare cogliamo l'influenza veneziana (che è stata a lungo dominante nella diocesi di Crema) dall'uso delle spezie e di ingredienti particolari come le "armelline di Damasco", (che poi sono le mandorle contenute nei noccioli delle albicocche) usate per la confezione dei biscotti che compongono il ripieno. Sempre come nota storica va ricordato che questo piatto in passato era un lusso riservato ai benestanti, proprio perché cucinato con ingredienti rari e preziosi. Per trovare ricette codificate di "tortelli cremaschi" si deve arrivare al 1700, anche se è assai probabile che il piatto si preparasse da almeno un secolo. Già nell'ottocento troviamo invece che il patto è arrivato ad una larga diffusione, e lo si trova nei quaderni di ricette familiari: ovviamente ogni casa ha la sua ricetta migliore....
La pasta:
1 kg di farina bianca
1/2 litro circa di acqua calda
sale
Il ripieno:
300 g di amaretti scuri GALLINA
100 g di uvetta sultanina
50 g di cedro candito
un mostaccino
70 g di formaggio grana
un bicchierino di marsala
due pastiglie alla menta
un uovo
sale e noce moscata
tritare finemente gli amaretti, le mentine ed il mostaccino; aggiungervi l'uvetta, precedentemente ammollata in acqua, e il cedro, ridotti in poltiglia e continuando a mescolare aggiungervi tutti gli altri ingredienti. Una volta ottenuto un composto omogeneo mettetelo a riposare, coperto da un canovaccio, per un giorno intero; preparate la pasta e stendetela in una sfoglia fine, ritagliate dei dischetti, disponetevi sopra una nocetta di ripieno e chiudeteli a mezzaluna pizzicandoli. Mettete i tortelli a bollire per 10 - 12 minuti in abbondante acqua salata, scolateli e conditeli con burro, salvia e una generosa presa di formaggio grana.