travel
06-02-2022, 08:05
Precipizi vertiginosi capaci di terrorizzare i viaggiatori più coraggiosi. Per questo motivo la storica via che attraversa il canyon del fiume Dezzo e che univa la Val d’Angolo con la Val di Scalve, territorio delle Alpi Orobie Orientali, era conosciuta come ‘via Mala’.
Oggi di quell’antica strada è rimasto il varco tra le rocce in un paesaggio fatto di gole e orridi che risalgono all’ultima glaciazione, solcati dal fiume Dezzo.
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Le due valli orobiche sono oggi collegate da una stretta strada provinciale (SP294), il cui tracciato è spesso interrotto da lunghe gallerie. Ma il vecchio itinerario della strada dei mercanti, ancora oggi può essere ripercorso grazie a un sentiero (in estate è ciclo/pedonale) mantenuto dalla Comunità Montana di Scalve.
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Un tratto di archeologia stradale: dalla SP294 si percorre il tratto fuoristrada definito “Vallone” in cui la vecchia strada è stata recuperata. Questo grazie a una serie di interventi di riqualificazione ambientale per mettere in sicurezza il percorso. Il sentiero è quindi caratterizzato dalla presenza di un balcone panoramico di 5,5 metri a sbalzo nel vuoto che scende ai piedi della cascata.
E pensare che da qui, passavano le auto ancora negli anni ‘80…
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Il percorso: per giungere al resto antico della Via Mala consiglio di arrivare in Valle Camonica a Darfo Boario Terme, salire ad Angolo Terme e proseguire in direzione della Val di Scalve.
Una eventuale deviazione (consigliata): nel comune di Angolo T. vale la pena una breve digressione verso la sua frazione Rodino, è un borgo di poche anime, alle pendici del Monte Pora in Valle Camonica. Da qui passavano antiche strade di comunicazione, tra cui è visibile un troncone delle via Valeriana costruita dai Romani, che ricalcava gran parte dei sentieri battuti da millenni dalle popolazioni autoctone. In questo luogo potrete decidere di fermarvi per uno spuntino, oppure seguire i sentieri che girano intorno allo specchio d’acqua del Lago Moro.
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Si prosegue: sulla SP294, in direzione di Colere/Vilminore, tra la seconda e la terza galleria si trova un ampio parcheggio, da cui inizia una galleria. Al termine della galleria, sulla destra, inizia il sentiero lungo in canyon del fiume Dezzo.
Il sentiero è semplice, ma diventa leggermente scivoloso dopo giorni di pioggia.
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Sosta consigliata: se gli orridi della via Mala non vi hanno tolto l’appetito, consiglio la sosta alla Osteria Bastioli di Teveno (fidatevi).
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Un souvenir: sempre a Teveno, la bottega di Valeria Maj, via San Michele 14 è la piccola salumeria della frazione, in cui troverete formaggi locali, caprini e di malga, che non arrivano in città.
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Si prosegue: da Vilminore al Castione della Presolana si svalica al Passo della Presolana attraverso la strada che scorre tra il bosco e si apre a tratti sugli stipendi scenari delle Dolomiti orobiche. Da Castione si potrà scegliere la strada per giungere a Bergamo via Clusone o deviare per il Lago d’Iseo.
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Un “tuffo” nell’oceano primordiale: entrando in valle di Scalve da Angolo T. lungo la “Via Mala” si scorrono all’indietro decine e centinaia di milioni di anni, segnati dai diversi colori e dalle diverse forme delle rocce, fino a raggiungere il cuore più antico delle Alpi. Ed è anche un viaggio in profondità, tra quelle che furono le acque tranquille di una laguna e la vita brulicante di una scogliera corallina dove ribollivano vulcani che fondevano magma nel mare.
Sono molti i motivi geologici che contribuiscono a rendere non comune l’ambiente naturale della “Via Mala” di Scalve. Essi comprendono una grande varietà di pietre e di formazioni rocciose che anche un occhio inesperto può apprezzare, le forme dell’evoluzione geomorfologica antica e attuale, la luce, i colori e le sonorità del canyon e infine, ma non ultime, la ricchezza e la gaiezza delle acque correnti e sorgive che nell’azzurro intenso del cielo invernale si trasformano in sculture e candidi ricami di ghiaccio, contornando gli strapiombi rocciosi.
Nel passaggio lungo la ‘Via Mala’ il contesto naturale ci è vicino e ci sembra “avvolgente” fino ad essere distolti dal nostro tempo. Milioni di anni per qualche attimo divengono ore e possiamo immaginare fondali marini, scogliere coralline, colate di magmi incandescenti, forme brulicanti di vita, che ora troviamo impresse nella pietra, testimoni della nostra evoluzione.
Potremmo dire che questa strada si snoda indietro lungo la linea del Tempo per più di duecento milioni di anni. Un’ inezia rispetto ai quattro miliardi e mezzo di anni del Pianeta, ma un’enormità rispetto alla vita di ciascuno di noi!
Gli strati di roccia, a volte sottili a volte massicci, passano sotto il nostro sguardo davvero come se sfogliassimo le pagine di un libro. Si può notare che l’antica presenza del mare ha lasciato giacimenti di calcare con formazioni minerarie dai nomi ben noti in geologia, con le denominazioni dei comuni di questa valle: ecco dunque il “Calcare di Angolo”, il “Calcare di Prezzo”, il “Calcare di Esino”, la “Formazione di Breno”, la “Formazione di Gorno”... e così via.
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PS: ringrazio Biker963 che, già in novembre, mi aveva portato a visitare questi posti in una nostra smotorata enogastronomica.
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Oggi di quell’antica strada è rimasto il varco tra le rocce in un paesaggio fatto di gole e orridi che risalgono all’ultima glaciazione, solcati dal fiume Dezzo.
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Le due valli orobiche sono oggi collegate da una stretta strada provinciale (SP294), il cui tracciato è spesso interrotto da lunghe gallerie. Ma il vecchio itinerario della strada dei mercanti, ancora oggi può essere ripercorso grazie a un sentiero (in estate è ciclo/pedonale) mantenuto dalla Comunità Montana di Scalve.
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Un tratto di archeologia stradale: dalla SP294 si percorre il tratto fuoristrada definito “Vallone” in cui la vecchia strada è stata recuperata. Questo grazie a una serie di interventi di riqualificazione ambientale per mettere in sicurezza il percorso. Il sentiero è quindi caratterizzato dalla presenza di un balcone panoramico di 5,5 metri a sbalzo nel vuoto che scende ai piedi della cascata.
E pensare che da qui, passavano le auto ancora negli anni ‘80…
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Il percorso: per giungere al resto antico della Via Mala consiglio di arrivare in Valle Camonica a Darfo Boario Terme, salire ad Angolo Terme e proseguire in direzione della Val di Scalve.
Una eventuale deviazione (consigliata): nel comune di Angolo T. vale la pena una breve digressione verso la sua frazione Rodino, è un borgo di poche anime, alle pendici del Monte Pora in Valle Camonica. Da qui passavano antiche strade di comunicazione, tra cui è visibile un troncone delle via Valeriana costruita dai Romani, che ricalcava gran parte dei sentieri battuti da millenni dalle popolazioni autoctone. In questo luogo potrete decidere di fermarvi per uno spuntino, oppure seguire i sentieri che girano intorno allo specchio d’acqua del Lago Moro.
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Si prosegue: sulla SP294, in direzione di Colere/Vilminore, tra la seconda e la terza galleria si trova un ampio parcheggio, da cui inizia una galleria. Al termine della galleria, sulla destra, inizia il sentiero lungo in canyon del fiume Dezzo.
Il sentiero è semplice, ma diventa leggermente scivoloso dopo giorni di pioggia.
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Sosta consigliata: se gli orridi della via Mala non vi hanno tolto l’appetito, consiglio la sosta alla Osteria Bastioli di Teveno (fidatevi).
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Un souvenir: sempre a Teveno, la bottega di Valeria Maj, via San Michele 14 è la piccola salumeria della frazione, in cui troverete formaggi locali, caprini e di malga, che non arrivano in città.
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Si prosegue: da Vilminore al Castione della Presolana si svalica al Passo della Presolana attraverso la strada che scorre tra il bosco e si apre a tratti sugli stipendi scenari delle Dolomiti orobiche. Da Castione si potrà scegliere la strada per giungere a Bergamo via Clusone o deviare per il Lago d’Iseo.
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Un “tuffo” nell’oceano primordiale: entrando in valle di Scalve da Angolo T. lungo la “Via Mala” si scorrono all’indietro decine e centinaia di milioni di anni, segnati dai diversi colori e dalle diverse forme delle rocce, fino a raggiungere il cuore più antico delle Alpi. Ed è anche un viaggio in profondità, tra quelle che furono le acque tranquille di una laguna e la vita brulicante di una scogliera corallina dove ribollivano vulcani che fondevano magma nel mare.
Sono molti i motivi geologici che contribuiscono a rendere non comune l’ambiente naturale della “Via Mala” di Scalve. Essi comprendono una grande varietà di pietre e di formazioni rocciose che anche un occhio inesperto può apprezzare, le forme dell’evoluzione geomorfologica antica e attuale, la luce, i colori e le sonorità del canyon e infine, ma non ultime, la ricchezza e la gaiezza delle acque correnti e sorgive che nell’azzurro intenso del cielo invernale si trasformano in sculture e candidi ricami di ghiaccio, contornando gli strapiombi rocciosi.
Nel passaggio lungo la ‘Via Mala’ il contesto naturale ci è vicino e ci sembra “avvolgente” fino ad essere distolti dal nostro tempo. Milioni di anni per qualche attimo divengono ore e possiamo immaginare fondali marini, scogliere coralline, colate di magmi incandescenti, forme brulicanti di vita, che ora troviamo impresse nella pietra, testimoni della nostra evoluzione.
Potremmo dire che questa strada si snoda indietro lungo la linea del Tempo per più di duecento milioni di anni. Un’ inezia rispetto ai quattro miliardi e mezzo di anni del Pianeta, ma un’enormità rispetto alla vita di ciascuno di noi!
Gli strati di roccia, a volte sottili a volte massicci, passano sotto il nostro sguardo davvero come se sfogliassimo le pagine di un libro. Si può notare che l’antica presenza del mare ha lasciato giacimenti di calcare con formazioni minerarie dai nomi ben noti in geologia, con le denominazioni dei comuni di questa valle: ecco dunque il “Calcare di Angolo”, il “Calcare di Prezzo”, il “Calcare di Esino”, la “Formazione di Breno”, la “Formazione di Gorno”... e così via.
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PS: ringrazio Biker963 che, già in novembre, mi aveva portato a visitare questi posti in una nostra smotorata enogastronomica.
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