travel
06-07-2022, 12:30
Dall’1 al 3 luglio ho rinunciato all’appuntamento di Punta Bagna per concedermi un giro lontano dalla confusione dei raduni e fare una traversata dalla Romagna al Lazio, per le terre senesi e quindi giungere alla corona dei Monti della Laga, con un percorso tra la Maremma toscana e romana.
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C’è tanto da godere del paesaggio e degli incontri che si fanno dopo ogni curva e dietro ogni collina di questo percorso.
Punto zero: Partenza dal Passo del Muraglione.
Non è l’altezza del valico (906m s.l.m.) che lo fa il “Re” dei passi di questo tratto appenninico, ma la meravigliosa strada, costruita nel 1836 per unire Firenze alla Romagna toscana. Il singolare muraglione costruito sul valico era un riparo per i viandanti assillati dal forte vento che caratterizza questi monti in inverno, come si trova scritto sulla lapide in cima alla costruzione.
Fermatevi al bar dell’alberghetto a parlare con Giovanni, il vecchio gestore ormai in pensione, che si aggira tra i bikers a curiosare per parlare di moto. Lui ne ha viste tante, ve lo assicuro!
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In questo posto suggestivo c’è un cartello che ci ricorda quando qui fu un fronte di guerra e ci richiama al valore inestimabile della pace.
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Lungo la Strada Tosco - Romagnola non mancate un pit-stop al Chiosco di San Rocco tra Rocca San Casciano e Portico di Romagna (FC)
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Il chiosco è sicuramente un posto di Romagna al 100% e oltre alle specialità preparare dai gentilissimi gestori, si può riposare in un boschetto su delle fantastiche amache [emoji6]
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Scendendo sulla SR2 ci troviamo nel territorio delle Crete senesi, caratterizzate da un susseguirsi infinito di ‘biancane’ ‘calanchi’.
Dopo Asciano la strada è molto panoramica e per noi è stato come andare al Lunapark. Semplicemente meraviglioso. Non sapevamo da che parte guardare.
La Val d’Orcia lascia davvero senza fiato, riconosciuta come territorio patrimonio dell’UNESCO, è dunque una meta ideale per un viaggio lento, che va preso davvero con tranquillità. E’ un viaggio che emoziona e che lascia ricordi indelebili.
In Val d’Orcia d’estate il paesaggio si riempie di covoni di paglia che interrompono la verticalità dei cipressi in fila indiana.
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Saremmo tentati di deviare dalla strada principale, ma troviamo un bellissimo punto panoramico da dove si scorge tutta la valle a 360°. Il punto esatto si chiama Biancane del deserto di Accona e le foto qui sotto sono scattatate proprio da lì.
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Tappa A)
San Quirico d’Orcia
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La Val d’Orcia è famosa per i suoi numerosi cipressi. Ce ne sono ovunque, ma quelli qui sotto si trovano a S. Quirico d’Orcia e sono visibili dalla strada principale (sono anche indicati come punto mappa su google)
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Dopo la splendida fattoria di Poggio Covili (qui sopra) Ce un podere spettacolare. Non l’abbiamo trovato su google map, il cancello è maestosamente grande. Qui hanno girato le scene bucoliche del celebre film di Ridley Scott “Il Gladiatore”.
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Un suggerimento: se intendete visitare la Val d’Orcia in estate, consiglio di portare con voi dell’acqua fresca. Il caldo può essere insopportabile in questa zona.
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Lasciamo la Val d’Orcia sotto lo sguardo del Castello di Radicofani, che da più di mille anni sorveglia la strada della valle.
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Proseguendo sulla SR2 in direzione di Ponte a Rigo e seguendo il corso del torrente Paglia, la strada incontra il confine tra Toscana e Lazio e portandoci in territorio di Viterbo assume la denominazione di Strada Provinciale di Acquapendente (SP73) e poi, rientrando in Toscana, la strada provinciale assume il nome di SP Pitigliano-S.Flora e ci conduce fino a Sorano.
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Tappa B) Sorano (GR)
Questo incantevole borgo medievale è soprannominato la “Matera di Toscana” per via dei tanti edifici ricavati dal tufo.
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Per pranzare a Sorano suggerisco il ristorante Piovanello, per alloggiare in pieno relax c’è il Residence delle Terme di Sorano dotato di piscine terapeutiche per le nostre schiene [emoji28]
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Lasciando Sorano dalla SR74 in direzione di Gradoli, si varca rapidamente il confine del Lazio e si giunge sul Lago di Bolsena e da lì, intersecando a zig zag l’Umbria si percorre il Parco Fluviale del Nera e dalla SR471 (way-points località Albaneto e Posta) si ragigunge il confine Lazio-Abruzzo.
Tappa C) Amatrice (RI)
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Torno appena posso ad Amatrice e quest’anno sono già due volte.
Trovo che sia una bellissima idea arrivare fin qui portando energia all’economia locale. E non solo per fare un gesto importante verso questa comunità ma perché la zona merita davvero. Al di là dei monumenti fatti dall’uomo, la natura qui è capace di meraviglie. Raggiungere Amatrice in tarda primavera o in estate, quando le temperature sono perfette è una delizia. Magari non potremo più vedere la Torre Civica del XIII secolo, la chiesa di Sant’Agostino, o i bellissimi santuari situati sulle colline intorno, ma non sarà mai un viaggio vano; ci fermiamo a parlare con la gente del posto, sempre gentile e sorridente e poi ad Amatrice si mangia bene, cibo genuino e a chilometro zero!
Un consiglio: se volete un souvenir di Amatrice evitate di fare foto davanti alle macerie e rispettate il dolore della gente. Piuttosto comprate i prodotti gastronomici locali e ridate vita all’economia cittadina. Questo è un validissimo motivo per tornare come turisti da queste parti e fermarsi presso la rinata Area Food San Cipriano o presso qualche fattoria o agriturismo dei dintorni, tutti consigliabili. Qui c’è solo l’imbarazzo della scelta!
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Il rientro a casa con le note del pulmino di Tony ci ha alleggerito i tanti chilometri lasciati alle nostre spalle.
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Notizie di viaggio:
La Maremma presenta curve con asfalto con asfalto liscio
Gli Appennini hanno asfalto grosso che taglia fitti boschi
Nelle Crete senesi potrete intervallare il percorso con “tagliate” in tratti de L’Eroica.
Se avete un po’ di tempo in più andate a Pitigliano ed esplorate le “Vie cave” degli Etruschi.
Se avete voglia di alta montagna, salite sul Monte Amiata, un vecchio vulcano spento che, nonostante la sua modesta altezza (1740 m) si erge tra Siena e Grosseto con l’imponenza di una vetta himayana.
Inviato dal mio iPhone utilizzando Tapatalk
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C’è tanto da godere del paesaggio e degli incontri che si fanno dopo ogni curva e dietro ogni collina di questo percorso.
Punto zero: Partenza dal Passo del Muraglione.
Non è l’altezza del valico (906m s.l.m.) che lo fa il “Re” dei passi di questo tratto appenninico, ma la meravigliosa strada, costruita nel 1836 per unire Firenze alla Romagna toscana. Il singolare muraglione costruito sul valico era un riparo per i viandanti assillati dal forte vento che caratterizza questi monti in inverno, come si trova scritto sulla lapide in cima alla costruzione.
Fermatevi al bar dell’alberghetto a parlare con Giovanni, il vecchio gestore ormai in pensione, che si aggira tra i bikers a curiosare per parlare di moto. Lui ne ha viste tante, ve lo assicuro!
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In questo posto suggestivo c’è un cartello che ci ricorda quando qui fu un fronte di guerra e ci richiama al valore inestimabile della pace.
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Lungo la Strada Tosco - Romagnola non mancate un pit-stop al Chiosco di San Rocco tra Rocca San Casciano e Portico di Romagna (FC)
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Il chiosco è sicuramente un posto di Romagna al 100% e oltre alle specialità preparare dai gentilissimi gestori, si può riposare in un boschetto su delle fantastiche amache [emoji6]
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Scendendo sulla SR2 ci troviamo nel territorio delle Crete senesi, caratterizzate da un susseguirsi infinito di ‘biancane’ ‘calanchi’.
Dopo Asciano la strada è molto panoramica e per noi è stato come andare al Lunapark. Semplicemente meraviglioso. Non sapevamo da che parte guardare.
La Val d’Orcia lascia davvero senza fiato, riconosciuta come territorio patrimonio dell’UNESCO, è dunque una meta ideale per un viaggio lento, che va preso davvero con tranquillità. E’ un viaggio che emoziona e che lascia ricordi indelebili.
In Val d’Orcia d’estate il paesaggio si riempie di covoni di paglia che interrompono la verticalità dei cipressi in fila indiana.
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Saremmo tentati di deviare dalla strada principale, ma troviamo un bellissimo punto panoramico da dove si scorge tutta la valle a 360°. Il punto esatto si chiama Biancane del deserto di Accona e le foto qui sotto sono scattatate proprio da lì.
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Tappa A)
San Quirico d’Orcia
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La Val d’Orcia è famosa per i suoi numerosi cipressi. Ce ne sono ovunque, ma quelli qui sotto si trovano a S. Quirico d’Orcia e sono visibili dalla strada principale (sono anche indicati come punto mappa su google)
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Dopo la splendida fattoria di Poggio Covili (qui sopra) Ce un podere spettacolare. Non l’abbiamo trovato su google map, il cancello è maestosamente grande. Qui hanno girato le scene bucoliche del celebre film di Ridley Scott “Il Gladiatore”.
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Un suggerimento: se intendete visitare la Val d’Orcia in estate, consiglio di portare con voi dell’acqua fresca. Il caldo può essere insopportabile in questa zona.
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Lasciamo la Val d’Orcia sotto lo sguardo del Castello di Radicofani, che da più di mille anni sorveglia la strada della valle.
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Proseguendo sulla SR2 in direzione di Ponte a Rigo e seguendo il corso del torrente Paglia, la strada incontra il confine tra Toscana e Lazio e portandoci in territorio di Viterbo assume la denominazione di Strada Provinciale di Acquapendente (SP73) e poi, rientrando in Toscana, la strada provinciale assume il nome di SP Pitigliano-S.Flora e ci conduce fino a Sorano.
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Tappa B) Sorano (GR)
Questo incantevole borgo medievale è soprannominato la “Matera di Toscana” per via dei tanti edifici ricavati dal tufo.
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Per pranzare a Sorano suggerisco il ristorante Piovanello, per alloggiare in pieno relax c’è il Residence delle Terme di Sorano dotato di piscine terapeutiche per le nostre schiene [emoji28]
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Lasciando Sorano dalla SR74 in direzione di Gradoli, si varca rapidamente il confine del Lazio e si giunge sul Lago di Bolsena e da lì, intersecando a zig zag l’Umbria si percorre il Parco Fluviale del Nera e dalla SR471 (way-points località Albaneto e Posta) si ragigunge il confine Lazio-Abruzzo.
Tappa C) Amatrice (RI)
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Torno appena posso ad Amatrice e quest’anno sono già due volte.
Trovo che sia una bellissima idea arrivare fin qui portando energia all’economia locale. E non solo per fare un gesto importante verso questa comunità ma perché la zona merita davvero. Al di là dei monumenti fatti dall’uomo, la natura qui è capace di meraviglie. Raggiungere Amatrice in tarda primavera o in estate, quando le temperature sono perfette è una delizia. Magari non potremo più vedere la Torre Civica del XIII secolo, la chiesa di Sant’Agostino, o i bellissimi santuari situati sulle colline intorno, ma non sarà mai un viaggio vano; ci fermiamo a parlare con la gente del posto, sempre gentile e sorridente e poi ad Amatrice si mangia bene, cibo genuino e a chilometro zero!
Un consiglio: se volete un souvenir di Amatrice evitate di fare foto davanti alle macerie e rispettate il dolore della gente. Piuttosto comprate i prodotti gastronomici locali e ridate vita all’economia cittadina. Questo è un validissimo motivo per tornare come turisti da queste parti e fermarsi presso la rinata Area Food San Cipriano o presso qualche fattoria o agriturismo dei dintorni, tutti consigliabili. Qui c’è solo l’imbarazzo della scelta!
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Il rientro a casa con le note del pulmino di Tony ci ha alleggerito i tanti chilometri lasciati alle nostre spalle.
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Notizie di viaggio:
La Maremma presenta curve con asfalto con asfalto liscio
Gli Appennini hanno asfalto grosso che taglia fitti boschi
Nelle Crete senesi potrete intervallare il percorso con “tagliate” in tratti de L’Eroica.
Se avete un po’ di tempo in più andate a Pitigliano ed esplorate le “Vie cave” degli Etruschi.
Se avete voglia di alta montagna, salite sul Monte Amiata, un vecchio vulcano spento che, nonostante la sua modesta altezza (1740 m) si erge tra Siena e Grosseto con l’imponenza di una vetta himayana.
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