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Visualizza Versione Completa : La storia di Manuel Rumi



Threepercenter
23-04-2009, 13:59
Mi trovavo sulla strada verso Tamanrasset, Algeria del Sud, quando parlando di viaggi e di piccole e grandi imprese con la mia guida, venne fuori il nome di Manuel Rumi.
Avevo in mano la mia carta Michelin, tutta stropicciata e sporca e come al solito la mia fantasia volava tra i nomi, le piccole linee tratteggiate e gli immensi spazi gialli e bianchi della mappa.
- Moussa, vedo qui che ci sarebbe anche un'altra strada che ci consentirebbe di arrivare a Tamanrasset.

Questa qui, che si addentra nell'Erg Orientale dopo Touggourt e passando per Bordj Omar Driss e imboccando successivamente la pista di Amguid, si ricongiunge proprio dove siamo noi, a In-Ecker, sulla Transahariana.-
Moussa abbozzò e mentre sorseggiava il suo tè verde, disse:
- E' una strada che diventa pista e si insabbia molto spesso. Non so se con la tua moto ce la faresti. Vedi, proprio qui passa vicino alle dune del Tiffernine, le più grandi dune del deserto del Sahara.-
Ero stato subito affascinato da queste poche parole e continuavo ad osservare la carta.
- Capisco, Moussa. Tra l'altro vedo che qui la pista per Amguid si biforca e volgendo verso sud est diventa una piccola pista militare che giunge a Illizi.
Quest'ultima mi sembra veramente bastarda come pista: tutta all'interno del Tiffernine e dell'Erg Issauane.
Accidenti, chissà in che condizioni sarà...-
E Moussa a quel punto, iniziò a raccontarmi la storia di Manuel Rumi, perchè sembrava che qualcosa si fosse collegato, nello spazio infinito del tempo e del deserto, tra due motociclisti, che a distanza di vent'anni, laggiù in Algeria, erano stati colpiti dalla misteriosa pista di Illizi.
Proprio ventanni fa, caro Roberto, un ragazzo di 27 anni che amava la moto e il deserto, rimase affascinato come te da quella pista.
Non era uno sprovveduto e non aveva una Harley, bensì un Tenerè, con cui aveva già fatto molta strada in Tunisia e Marocco. Amava l'Africa e i deserti e aveva il cuore pieno di sogni.
Partì da Como a fine luglio dell'89, con lo scopo di attraversare il Sahara e giungere a Lomè.
Con lui c'era Renato, un amico che però per un problema di visto (aveva il passaporto canadese), fu bloccato alla dogana algerina e rimandato indietro a Tunisi.
I due amici si accordarono per rivedersi a Tamanrasset, ma già qualcosa aveva incominciato ad andare storto.
Manuel ricordava di aver incontrato degli Italiani sul traghetto Habib, (Genova - Tunisi) che avevano un programma similare, e contava di raggiungerli: ma avevano già un paio di giorni di vantaggio.
Fu così che Manuel, con un po' di batticuore, affrontò l'immensa Algeria da solo, dirigendosi verso Bordji Omar Driss.
Lungo il tragitto fece amicizia con un tedesco che guidava una pesante BMW R80 G/s.
Decisero di fare un pezzo di strada insieme: Bert Wherehen, questo era il suo nome, aveva in mente di raggiungere Tamanrasset attraverso la pista di Amguid, mentre Manuel continuava a pensare alle grandi dune del Tiffernine.


Per due volte Manuel chiese al tedesco in che stato fosse quella pista, e Bert gli rispose che non era in buone condizioni.
Poco prima di imboccare la pista per Amguid, a "Les 4 Chemins", i due motociclisti fecero campo e si prepararono alla loro traversata.
Anche due motociclisti francesi che facevano la stessa strada, si accordarono con loro per partire insieme la mattina dopo.
Ma il destino non era della stessa idea.
Il mattino successivo alle sei, quando sul deserto l'alba fa capolino e porta un po' di tepore dopo una notte di gelo, visto che i francesi non si erano presentati, Bert e Manuel partirono verso Amguid.
La pista è piuttosto facile da seguire: grosse carreggiate la tracciano abbastanza chiaramente ed è percorsa da camion con una certa frequenza.
Bert che con la sua pesante BMW R80 temeva un insabbiamento, si era spostato sulla destra della pista e procedeva su un tratto di sabbia dura ma che si alzava impercettibilmente. All'improvviso gli mancò la terra sotto le ruote e la moto fece un volo di due metri prima di cadere rovinosamente.
Bert si rialzò miracolosamente incolume, ma la BMW si era aperta in due: la caduta aveva piegato la forcella ed il guasto non era riparabile sul posto.
I due motociclisti capirono che il viaggio per Bert era finito e aspettarono con pazienza che un camion accettasse di caricare la moto per riportarla presso un centro abitato.
Nell'attesa passarono due camion nella direzione di Amguid e due in senso opposto. Tra l'altro anche i francesi sarebbero ancora dovuti passare, quindi Bert non si preoccupo' eccessivamente quando Manuel gli disse che avrebbe continuato da solo verso Amguid.
I due motociclisti si salutarono e Bert passò a Manuel la sua acqua, la benzina e le sue cartine che erano più dettagliate.
Manuel partì in direzione di Amguid e da quel momento in avanti, nessuno sa più nulla di ciò che veramente gli successe.
Qualche tempo dopo un altro motociclista tedesco, Ralph Wortmann, che si trovava a passare per la piccola pista che attraversa il Tiffernine, vide una Tenerè rossa e bianca ferma sul cavalletto, con uno zainetto viola appoggiato in terra vicino alla ruota.
Sulla moto c'erano ancora acqua e benzina e la moto si trovava vicino a una "balise" cioè una pietra miliare usata nel deserto per segnare una pista.
La pista era quella verso Illizi, quella piccola pista assai poco frequentata, che forse Manuel aveva sempre voluto fare sin dall'inizio.
Il corpo di Manuel era nei pressi della moto che, come si seppe, aveva avuto un guasto.
Gli mancavano poco più di cento chilometri per arrivare a Illizi.

Laggiù nel Sahara, a fianco della pista
che si perde nell'infinito,
ci sono piccoli monumenti,
testimoniano il passaggio dell'uomo.
Sono piccole cose abbandonate:
un pezzo di lamiere contorta;
una scatola arrugginita, un bidone,
un copertone rotto di auto o di camion.
Qua e là affiorano dalla rosata sabbia
piccoli cespugli verdi e fanno loro corona.
Io vado ai Quattro Camini con Vittorio
per posare, all'inizio della pista
che porta ad Illizi, una piccola targa.
Viandante che un giorno passerai da quelle parti,
vedrai luccicare un pezzo d'acciaio
fra lamiere contorte, scatole arrugginite,
bidoni e pezzi di coperture d'auto.
Tu non ci farai caso, ma su quel rettangolo
d'acciaio c'è scritto il nome di un ragazzo, il mio,
che si è fermato lì per salire in cielo
ad ammirare il deserto che tanto amava.

Mario Rumi, papà di Manuel


Mario Rumi, per ricordare l'amore che Manuel aveva verso questa terra, ha creato una fondazione che si prefigge di costruire pozzi d'acqua nell'africa sahariana e sub-sahariana
Queste sono le coordinate della "Fondazione Manuel Rumi"
22030 - Lipomo (COMO) - Via Cadorna, 104
Tel. Fax - 031 555472
E.Mail - info@manuelrumi.org
C/C postale 17591223

http://www.piccdrop.com/images/1240491343.jpg

http://www.piccdrop.com/images/1240491407.jpg

michelanzul
23-04-2009, 14:44
forse sono un egoista, ma io io soldi , ne ho relativamente pochi, li darei più volentieri alle persone più bisognose in Italia ed una volta tanto penserei che non c'è da percorrere mezzo mondo ed andare a cercare in Africa situazioni di povertà, emarginazione e disperazione. Forse siamo talmente ciechi o poco sensibili da non riuscire a guardarci attorno e capire che anche qui in Italia c'è tanto da fare. Forse è solo più comodo sbarazzarsi di qualche cent e demandare ad altri le vere azioni che servono per fare solidariètà nel senso più compiuto. Detto ciò, io faccio veramente fatica...ma se proprio ne avessi li darei a nostri connazionali.

Per quanto riguarda il reportage e volendo essere un po' più faceto direi che mi sembrava il testo dello spettacolo di Aldo Giovanni e Giacomo....Kmen figlio di THor che vieni da Ztharrr...:happy4:

L' UOMO NERO
23-04-2009, 15:13
sarà ma non credo sia il caso di farne una polemica (sepur piccola), ognuno nel suo piccolo faccia quello che vuole purchè si faccia del bene.

La storia di Rumi è bella (molto simile a tante storie di malati del deserto.... chi frequenta enduristi lo sa...) e credo che Roberto l'abbia presa a cuore proprio perchè indirettamente ha vissuto un'esperienza di viaggio molto simile.

paolobeato
23-04-2009, 15:15
Grazie Robi, una gran bella storia di uno di Noi col quale condividevamo la stessa passione per i viaggi e le moto.

Manuel R.I.P.!

Threepercenter
23-04-2009, 15:37
Per quanto riguarda il reportage e volendo essere un po' più faceto direi che mi sembrava il testo dello spettacolo di Aldo Giovanni e Giacomo....Kmen figlio di THor che vieni da Ztharrr...:happy4:

Visto che si parla di un motociclista che ci ha lasciato la pelle, il tuo "essere faceto" mi sembra estremamente fuori luogo.

vortex69
23-04-2009, 15:39
Bella storia Roberto :ok:

asproc
23-04-2009, 15:41
grazie per il bel post, ogni ulteriore commento mi pare inopportuno.
Ciao

BadTrain
23-04-2009, 15:50
Visto che si parla di un motociclista che ci ha lasciato la pelle, il tuo "essere faceto" mi sembra estremamente fuori luogo.

Sì, mi dispiace michelanzul ma mi sembra fuori luogo.

scusa se te lo faccio notare..:mm:

danapbanana
23-04-2009, 15:55
Ho letto tutto di un fiato e in un secondo si è rotto l' incantesimo.

No comment.

futurmedia17
23-04-2009, 15:59
Bella storia. peccato per il commento inopportuno.

pisanji
23-04-2009, 16:03
bella storia. Grazie Roberto.

michelanzul
23-04-2009, 16:28
accetto le critiche e mi scuso, non volevo essere irrispettoso, il commento finale era indirizzato alla prima parte del mio, scusandomi di essere stato egoista.
Comunque vogliate accettare le mie scuse.

|Fabius|
23-04-2009, 16:43
Bel racconto... mi sembrava di essere lì di persona.
Seppur in un luogo che ami, da solo poi, non è un bel modo di morire.

Luchetto
23-04-2009, 16:54
gran bel racconto,
gran brutta storia.

grazie di avercela raccontata.

L

Threepercenter
23-04-2009, 20:04
accetto le critiche e mi scuso, non volevo essere irrispettoso, il commento finale era indirizzato alla prima parte del mio, scusandomi di essere stato egoista.
Comunque vogliate accettare le mie scuse.

tutto ok, grazie

FASTGABRY
23-04-2009, 20:06
troppo lungo...
mi si sconfifferano gli occhi...
non leggo mai neanche tony...
facci un riassunto please!
e complimenti per la scampagnata fuori porta in africa!!!

h.d.67
23-04-2009, 20:52
bell racconto :ok:
manuel r.i.p.

p.s. per roberto: ho appena finito di leggere il tuo libro , bello , mi e' piaciuto , in tante cose che hai scritto mi sono riconosciuto , e condivido con te alcune tue idee.

danapbanana
23-04-2009, 20:55
troppo lungo...
mi si sconfifferano gli occhi...
non leggo mai neanche tony...
facci un riassunto please!
e complimenti per la scampagnata fuori porta in africa!!!
Sei delicato quanto un pachiderma . Oggi non è giornata roberto .

mAs
23-04-2009, 22:08
Bella storia!


bell racconto :ok:
manuel r.i.p.

p.s. per roberto: ho appena finito di leggere il tuo libro , bello , mi e' piaciuto , in tante cose che hai scritto mi sono riconosciuto , e condivido con te alcune tue idee.

ne approfitto anch'io.

indy_loner
23-04-2009, 22:17
La Ténéré per chi l'ha avuta è stata una grande moto e tanti ragazzi forse troppi, negli anni ottanta hanno sognato e sognato ripetutamente di battere le piste più difficili e sconosciute, anzi... più sconosciute erano e più affascinanti sembravano, però il deserto è come il mare...
Roberto lo sa perchè c'è stato, quando meno te l'aspetti ti si rivolta contro, però è troppo affascinante e troppo immenso e a volte t'invita a fare delle cose al limite del razionale.
:biker:

corradorombodituono
23-04-2009, 23:33
:ok:

(negher)
25-04-2009, 09:22
Grande Roberto e permettimi di sorridere un pò, quando all'inizio del tuo racconto qui postato tu scrivi:

"Avevo in mano la mia carta Michelin, tutta stropicciata e sporca e come al solito la mia fantasia volava tra i nomi, le piccole linee tratteggiate e gli immensi spazi gialli e bianchi della mappa."

Considerato la levatura dei tuoi stupendi viaggi, ho sorriso perchè mi sono venuti alla mente i "navigatori satellitari".... :happy4: ..... e le moto :happy4:
e l'utilizzo che solitamente se ne fa........:happy4:

Ancora grazie a te e complimenti per tutto :ok: :happy5: :happy6:

mrfudosardinia
20-03-2018, 14:48
Mi trovavo sulla strada verso Tamanrasset, Algeria del Sud, quando parlando di viaggi e di piccole e grandi imprese con la mia guida, venne fuori il nome di Manuel Rumi.
Avevo in mano la mia carta Michelin, tutta stropicciata e sporca e come al solito la mia fantasia volava tra i nomi, le piccole linee tratteggiate e gli immensi spazi gialli e bianchi della mappa.
- Moussa, vedo qui che ci sarebbe anche un'altra strada che ci consentirebbe di arrivare a Tamanrasset.

Questa qui, che si addentra nell'Erg Orientale dopo Touggourt e passando per Bordj Omar Driss e imboccando successivamente la pista di Amguid, si ricongiunge proprio dove siamo noi, a In-Ecker, sulla Transahariana.-
Moussa abbozzò e mentre sorseggiava il suo tè verde, disse:
- E' una strada che diventa pista e si insabbia molto spesso. Non so se con la tua moto ce la faresti. Vedi, proprio qui passa vicino alle dune del Tiffernine, le più grandi dune del deserto del Sahara.-
Ero stato subito affascinato da queste poche parole e continuavo ad osservare la carta.
- Capisco, Moussa. Tra l'altro vedo che qui la pista per Amguid si biforca e volgendo verso sud est diventa una piccola pista militare che giunge a Illizi.
Quest'ultima mi sembra veramente bastarda come pista: tutta all'interno del Tiffernine e dell'Erg Issauane.
Accidenti, chissà in che condizioni sarà...-
E Moussa a quel punto, iniziò a raccontarmi la storia di Manuel Rumi, perchè sembrava che qualcosa si fosse collegato, nello spazio infinito del tempo e del deserto, tra due motociclisti, che a distanza di vent'anni, laggiù in Algeria, erano stati colpiti dalla misteriosa pista di Illizi.
Proprio ventanni fa, caro Roberto, un ragazzo di 27 anni che amava la moto e il deserto, rimase affascinato come te da quella pista.
Non era uno sprovveduto e non aveva una Harley, bensì un Tenerè, con cui aveva già fatto molta strada in Tunisia e Marocco. Amava l'Africa e i deserti e aveva il cuore pieno di sogni.
Partì da Como a fine luglio dell'89, con lo scopo di attraversare il Sahara e giungere a Lomè.
Con lui c'era Renato, un amico che però per un problema di visto (aveva il passaporto canadese), fu bloccato alla dogana algerina e rimandato indietro a Tunisi.
I due amici si accordarono per rivedersi a Tamanrasset, ma già qualcosa aveva incominciato ad andare storto.
Manuel ricordava di aver incontrato degli Italiani sul traghetto Habib, (Genova - Tunisi) che avevano un programma similare, e contava di raggiungerli: ma avevano già un paio di giorni di vantaggio.
Fu così che Manuel, con un po' di batticuore, affrontò l'immensa Algeria da solo, dirigendosi verso Bordji Omar Driss.
Lungo il tragitto fece amicizia con un tedesco che guidava una pesante BMW R80 G/s.
Decisero di fare un pezzo di strada insieme: Bert Wherehen, questo era il suo nome, aveva in mente di raggiungere Tamanrasset attraverso la pista di Amguid, mentre Manuel continuava a pensare alle grandi dune del Tiffernine.


Per due volte Manuel chiese al tedesco in che stato fosse quella pista, e Bert gli rispose che non era in buone condizioni.
Poco prima di imboccare la pista per Amguid, a "Les 4 Chemins", i due motociclisti fecero campo e si prepararono alla loro traversata.
Anche due motociclisti francesi che facevano la stessa strada, si accordarono con loro per partire insieme la mattina dopo.
Ma il destino non era della stessa idea.
Il mattino successivo alle sei, quando sul deserto l'alba fa capolino e porta un po' di tepore dopo una notte di gelo, visto che i francesi non si erano presentati, Bert e Manuel partirono verso Amguid.
La pista è piuttosto facile da seguire: grosse carreggiate la tracciano abbastanza chiaramente ed è percorsa da camion con una certa frequenza.
Bert che con la sua pesante BMW R80 temeva un insabbiamento, si era spostato sulla destra della pista e procedeva su un tratto di sabbia dura ma che si alzava impercettibilmente. All'improvviso gli mancò la terra sotto le ruote e la moto fece un volo di due metri prima di cadere rovinosamente.
Bert si rialzò miracolosamente incolume, ma la BMW si era aperta in due: la caduta aveva piegato la forcella ed il guasto non era riparabile sul posto.
I due motociclisti capirono che il viaggio per Bert era finito e aspettarono con pazienza che un camion accettasse di caricare la moto per riportarla presso un centro abitato.
Nell'attesa passarono due camion nella direzione di Amguid e due in senso opposto. Tra l'altro anche i francesi sarebbero ancora dovuti passare, quindi Bert non si preoccupo' eccessivamente quando Manuel gli disse che avrebbe continuato da solo verso Amguid.
I due motociclisti si salutarono e Bert passò a Manuel la sua acqua, la benzina e le sue cartine che erano più dettagliate.
Manuel partì in direzione di Amguid e da quel momento in avanti, nessuno sa più nulla di ciò che veramente gli successe.
Qualche tempo dopo un altro motociclista tedesco, Ralph Wortmann, che si trovava a passare per la piccola pista che attraversa il Tiffernine, vide una Tenerè rossa e bianca ferma sul cavalletto, con uno zainetto viola appoggiato in terra vicino alla ruota.
Sulla moto c'erano ancora acqua e benzina e la moto si trovava vicino a una "balise" cioè una pietra miliare usata nel deserto per segnare una pista.
La pista era quella verso Illizi, quella piccola pista assai poco frequentata, che forse Manuel aveva sempre voluto fare sin dall'inizio.
Il corpo di Manuel era nei pressi della moto che, come si seppe, aveva avuto un guasto.
Gli mancavano poco più di cento chilometri per arrivare a Illizi.

Laggiù nel Sahara, a fianco della pista
che si perde nell'infinito,
ci sono piccoli monumenti,
testimoniano il passaggio dell'uomo.
Sono piccole cose abbandonate:
un pezzo di lamiere contorta;
una scatola arrugginita, un bidone,
un copertone rotto di auto o di camion.
Qua e là affiorano dalla rosata sabbia
piccoli cespugli verdi e fanno loro corona.
Io vado ai Quattro Camini con Vittorio
per posare, all'inizio della pista
che porta ad Illizi, una piccola targa.
Viandante che un giorno passerai da quelle parti,
vedrai luccicare un pezzo d'acciaio
fra lamiere contorte, scatole arrugginite,
bidoni e pezzi di coperture d'auto.
Tu non ci farai caso, ma su quel rettangolo
d'acciaio c'è scritto il nome di un ragazzo, il mio,
che si è fermato lì per salire in cielo
ad ammirare il deserto che tanto amava.

Mario Rumi, papà di Manuel


Mario Rumi, per ricordare l'amore che Manuel aveva verso questa terra, ha creato una fondazione che si prefigge di costruire pozzi d'acqua nell'africa sahariana e sub-sahariana
Queste sono le coordinate della "Fondazione Manuel Rumi"
22030 - Lipomo (COMO) - Via Cadorna, 104
Tel. Fax - 031 555472
E.Mail - info@manuelrumi.org
C/C postale 17591223

http://www.piccdrop.com/images/1240491343.jpg

http://www.piccdrop.com/images/1240491407.jpg

:cry::cry::cry:

Rat Fink
20-03-2018, 18:36
Mi trovavo sulla strada verso Tamanrasset, Algeria del Sud, quando parlando di viaggi e di piccole e grandi imprese con la mia guida, venne fuori il nome di Manuel Rumi.
Avevo in mano la mia carta Michelin, tutta stropicciata e sporca e come al solito la mia fantasia volava tra i nomi, le piccole linee tratteggiate e gli immensi spazi gialli e bianchi della mappa.
- Moussa, vedo qui che ci sarebbe anche un'altra strada che ci consentirebbe di arrivare a Tamanrasset.

Questa qui, che si addentra nell'Erg Orientale dopo Touggourt e passando per Bordj Omar Driss e imboccando successivamente la pista di Amguid, si ricongiunge proprio dove siamo noi, a In-Ecker, sulla Transahariana.-
Moussa abbozzò e mentre sorseggiava il suo tè verde, disse:
- E' una strada che diventa pista e si insabbia molto spesso. Non so se con la tua moto ce la faresti. Vedi, proprio qui passa vicino alle dune del Tiffernine, le più grandi dune del deserto del Sahara.-
Ero stato subito affascinato da queste poche parole e continuavo ad osservare la carta.
- Capisco, Moussa. Tra l'altro vedo che qui la pista per Amguid si biforca e volgendo verso sud est diventa una piccola pista militare che giunge a Illizi.
Quest'ultima mi sembra veramente bastarda come pista: tutta all'interno del Tiffernine e dell'Erg Issauane.
Accidenti, chissà in che condizioni sarà...-
E Moussa a quel punto, iniziò a raccontarmi la storia di Manuel Rumi, perchè sembrava che qualcosa si fosse collegato, nello spazio infinito del tempo e del deserto, tra due motociclisti, che a distanza di vent'anni, laggiù in Algeria, erano stati colpiti dalla misteriosa pista di Illizi.
Proprio ventanni fa, caro Roberto, un ragazzo di 27 anni che amava la moto e il deserto, rimase affascinato come te da quella pista.
Non era uno sprovveduto e non aveva una Harley, bensì un Tenerè, con cui aveva già fatto molta strada in Tunisia e Marocco. Amava l'Africa e i deserti e aveva il cuore pieno di sogni.
Partì da Como a fine luglio dell'89, con lo scopo di attraversare il Sahara e giungere a Lomè.
Con lui c'era Renato, un amico che però per un problema di visto (aveva il passaporto canadese), fu bloccato alla dogana algerina e rimandato indietro a Tunisi.
I due amici si accordarono per rivedersi a Tamanrasset, ma già qualcosa aveva incominciato ad andare storto.
Manuel ricordava di aver incontrato degli Italiani sul traghetto Habib, (Genova - Tunisi) che avevano un programma similare, e contava di raggiungerli: ma avevano già un paio di giorni di vantaggio.
Fu così che Manuel, con un po' di batticuore, affrontò l'immensa Algeria da solo, dirigendosi verso Bordji Omar Driss.
Lungo il tragitto fece amicizia con un tedesco che guidava una pesante BMW R80 G/s.
Decisero di fare un pezzo di strada insieme: Bert Wherehen, questo era il suo nome, aveva in mente di raggiungere Tamanrasset attraverso la pista di Amguid, mentre Manuel continuava a pensare alle grandi dune del Tiffernine.


Per due volte Manuel chiese al tedesco in che stato fosse quella pista, e Bert gli rispose che non era in buone condizioni.
Poco prima di imboccare la pista per Amguid, a "Les 4 Chemins", i due motociclisti fecero campo e si prepararono alla loro traversata.
Anche due motociclisti francesi che facevano la stessa strada, si accordarono con loro per partire insieme la mattina dopo.
Ma il destino non era della stessa idea.
Il mattino successivo alle sei, quando sul deserto l'alba fa capolino e porta un po' di tepore dopo una notte di gelo, visto che i francesi non si erano presentati, Bert e Manuel partirono verso Amguid.
La pista è piuttosto facile da seguire: grosse carreggiate la tracciano abbastanza chiaramente ed è percorsa da camion con una certa frequenza.
Bert che con la sua pesante BMW R80 temeva un insabbiamento, si era spostato sulla destra della pista e procedeva su un tratto di sabbia dura ma che si alzava impercettibilmente. All'improvviso gli mancò la terra sotto le ruote e la moto fece un volo di due metri prima di cadere rovinosamente.
Bert si rialzò miracolosamente incolume, ma la BMW si era aperta in due: la caduta aveva piegato la forcella ed il guasto non era riparabile sul posto.
I due motociclisti capirono che il viaggio per Bert era finito e aspettarono con pazienza che un camion accettasse di caricare la moto per riportarla presso un centro abitato.
Nell'attesa passarono due camion nella direzione di Amguid e due in senso opposto. Tra l'altro anche i francesi sarebbero ancora dovuti passare, quindi Bert non si preoccupo' eccessivamente quando Manuel gli disse che avrebbe continuato da solo verso Amguid.
I due motociclisti si salutarono e Bert passò a Manuel la sua acqua, la benzina e le sue cartine che erano più dettagliate.
Manuel partì in direzione di Amguid e da quel momento in avanti, nessuno sa più nulla di ciò che veramente gli successe.
Qualche tempo dopo un altro motociclista tedesco, Ralph Wortmann, che si trovava a passare per la piccola pista che attraversa il Tiffernine, vide una Tenerè rossa e bianca ferma sul cavalletto, con uno zainetto viola appoggiato in terra vicino alla ruota.
Sulla moto c'erano ancora acqua e benzina e la moto si trovava vicino a una "balise" cioè una pietra miliare usata nel deserto per segnare una pista.
La pista era quella verso Illizi, quella piccola pista assai poco frequentata, che forse Manuel aveva sempre voluto fare sin dall'inizio.
Il corpo di Manuel era nei pressi della moto che, come si seppe, aveva avuto un guasto.
Gli mancavano poco più di cento chilometri per arrivare a Illizi.

Laggiù nel Sahara, a fianco della pista
che si perde nell'infinito,
ci sono piccoli monumenti,
testimoniano il passaggio dell'uomo.
Sono piccole cose abbandonate:
un pezzo di lamiere contorta;
una scatola arrugginita, un bidone,
un copertone rotto di auto o di camion.
Qua e là affiorano dalla rosata sabbia
piccoli cespugli verdi e fanno loro corona.
Io vado ai Quattro Camini con Vittorio
per posare, all'inizio della pista
che porta ad Illizi, una piccola targa.
Viandante che un giorno passerai da quelle parti,
vedrai luccicare un pezzo d'acciaio
fra lamiere contorte, scatole arrugginite,
bidoni e pezzi di coperture d'auto.
Tu non ci farai caso, ma su quel rettangolo
d'acciaio c'è scritto il nome di un ragazzo, il mio,
che si è fermato lì per salire in cielo
ad ammirare il deserto che tanto amava.

Mario Rumi, papà di Manuel


Mario Rumi, per ricordare l'amore che Manuel aveva verso questa terra, ha creato una fondazione che si prefigge di costruire pozzi d'acqua nell'africa sahariana e sub-sahariana
Queste sono le coordinate della "Fondazione Manuel Rumi"
22030 - Lipomo (COMO) - Via Cadorna, 104
Tel. Fax - 031 555472
E.Mail - info@manuelrumi.org
C/C postale 17591223

http://www.piccdrop.com/images/1240491343.jpg

http://www.piccdrop.com/images/1240491407.jpg


Una storia molto triste, ma che attraverso la magia del tuo stile narrativo assurge ad una dimensione epico-eroica alla quale in effetti appartiene...per mezzo di questa bellissima fondazione Manuel non sarà morto invano e non verrà dimenticato, ma il suo ricordo ispirerà sicuramente nuovi viaggi e nuove imprese ad altri motociclisti dallo spirito romantico come il suo...
Grazie Roberto per aver condiviso questo struggente ricordo e per le grandi emozioni che sai regalare!!

=acromion=
21-03-2018, 07:28
l'avevo dimenticato questo 3d, bravi che l'avete tirato su.

.....

Mobydick
21-03-2018, 09:37
Grazie per l' "UP"...

Questa mi era sfuggita.

I libri di Roberto li ho letti tutti.

Chi ama la moto non può non rivedersi in quegli scritti... :happy3:

biondo
21-03-2018, 11:38
Grazie per l' "UP"...

Questa mi era sfuggita.

I libri di Roberto li ho letti tutti.

Chi ama la moto non può non rivedersi in quegli scritti... :happy3:

io sono fermo a 2 libri, piano piano li comprerò (e leggerò) tutti