London dude
22-10-2003, 17:00
La strada scorre veloce sotto le ruote dalla mia Heritage e l?orizzonte in movimento mi da una leggera sensazione di vertigine. O forse sono le birre che ci siamo bevuti due ore prima per riempire lo stomaco - quanto hai detto che costa quel panino?! ? oppure i 500 chilometri macinati da stamane.
Fatto sta che il peso del mio passeggero mi sembra aumentare ad ogni chilometro e non riesco a pensare ad altro che all?arrivo, agli amici che mi aspettano, alle tavolate, le risa, gli abbracci.
Il viaggio e? stato divertente e quando passavamo nei paesi i ragazzini all?uscita da scuola si giravano sentendoci arrivare e ai semafori ci chiedevano se era una Harley (quasi non credessero alla scritta sul serbatoio) e quanto costava.
Quando guidi una moto non e? che stai sempre a pensare a che marca e?, che modello e?, dove e? prodotta e chi la vende. Forse lo fai per qualche istante mentre sei fermo al semaforo ma nel momento in cui le ruote si mettono a girare e la moto diventa improvvisamente leggera e maneggevole pensi alla strada, alle macchine, agli alberi, alla moglie e ai conti della Banca.
Non sono sempre andato in moto.
Anzi ho passato un bel periodo andando in giro in macchina o in treno senza sentirmi prigioniero della mancanza di quel senso di liberta? che deriva dal muoversi su due ruote.
Una moto l?ho sempre avuta in garage ma non sono sempre stato mentalmente in sella.
Certi giorni mi sembra che l?andare in moto sia scontato per uno come me con la moto nel box, quasi come un?atto dovuto per potersi veramente cucire addosso l?etichetta del biker sporco e stanco di cui si legge nei libri e nelle riviste.
E allora prendo la macchina e, chiusa la portiera, sono libero nel mio piccolo spazio privato. Poco importa che attorno a me ci siano altre auto che non posso superare a destra o in mezzo alle quali non posso sgusciare.
La macchina e? stabile, solida, sicura. Puoi stare assolutamente fermo, senza muovere un muscolo e l?auto se ne sta li ad aspettare un comando per muoversi, fermarsi o cambiare direzione.
La moto no.
La moto non e? capace di stare in piedi da sola.
La moto deve essere in movimento per stare in piedi.
La moto ha bisogno di te per fare qualsiasi cosa. Anche stare ferma o andare diritta.
Ai semafori gioco a trovare il punto di equilibrio ma c?e? sempre necessita? di qualche correzione minima. E? come se la moto non ne volesse sapere di stare ferma immobile senza cadere.
Quest?ansia di movimento per me e? l?immagine astratta della moto. La moto e? per me rappresentazione materiale della mia ansia di movimento.
Ci stiamo avvicinando alla meta e sento il mio passeggero che si muove sul sellino posteriore cercando la pagina giusta dell?itinerario perche? ora le strade si fanno piu? strette e il sole si e? stufato di seguirci. Arriviamo ad un incrocio e vediamo passare quattro moto in formazione stretta.
Ci accodiamo, loro danno un?occhiata negli specchietti e si prosegue. Sappiamo che stiamo andando nello stesso posto. La curiosita? aumenta, ai semafori si scambiano le prime strette di mano.
Poi arriviamo e il parcheggio si riempie di luci e di rombi, di urla e di risate prima che il buio ed il silenzio tornino a coprirlo.
Le moto sono sole, all?interno non ci sono bikers sporchi e stanchi.
Solo persone arrivate qui per stare un po? insieme.
Noi siamo li.
http://www.webchapter.it/smiles/happy5.gif
Fatto sta che il peso del mio passeggero mi sembra aumentare ad ogni chilometro e non riesco a pensare ad altro che all?arrivo, agli amici che mi aspettano, alle tavolate, le risa, gli abbracci.
Il viaggio e? stato divertente e quando passavamo nei paesi i ragazzini all?uscita da scuola si giravano sentendoci arrivare e ai semafori ci chiedevano se era una Harley (quasi non credessero alla scritta sul serbatoio) e quanto costava.
Quando guidi una moto non e? che stai sempre a pensare a che marca e?, che modello e?, dove e? prodotta e chi la vende. Forse lo fai per qualche istante mentre sei fermo al semaforo ma nel momento in cui le ruote si mettono a girare e la moto diventa improvvisamente leggera e maneggevole pensi alla strada, alle macchine, agli alberi, alla moglie e ai conti della Banca.
Non sono sempre andato in moto.
Anzi ho passato un bel periodo andando in giro in macchina o in treno senza sentirmi prigioniero della mancanza di quel senso di liberta? che deriva dal muoversi su due ruote.
Una moto l?ho sempre avuta in garage ma non sono sempre stato mentalmente in sella.
Certi giorni mi sembra che l?andare in moto sia scontato per uno come me con la moto nel box, quasi come un?atto dovuto per potersi veramente cucire addosso l?etichetta del biker sporco e stanco di cui si legge nei libri e nelle riviste.
E allora prendo la macchina e, chiusa la portiera, sono libero nel mio piccolo spazio privato. Poco importa che attorno a me ci siano altre auto che non posso superare a destra o in mezzo alle quali non posso sgusciare.
La macchina e? stabile, solida, sicura. Puoi stare assolutamente fermo, senza muovere un muscolo e l?auto se ne sta li ad aspettare un comando per muoversi, fermarsi o cambiare direzione.
La moto no.
La moto non e? capace di stare in piedi da sola.
La moto deve essere in movimento per stare in piedi.
La moto ha bisogno di te per fare qualsiasi cosa. Anche stare ferma o andare diritta.
Ai semafori gioco a trovare il punto di equilibrio ma c?e? sempre necessita? di qualche correzione minima. E? come se la moto non ne volesse sapere di stare ferma immobile senza cadere.
Quest?ansia di movimento per me e? l?immagine astratta della moto. La moto e? per me rappresentazione materiale della mia ansia di movimento.
Ci stiamo avvicinando alla meta e sento il mio passeggero che si muove sul sellino posteriore cercando la pagina giusta dell?itinerario perche? ora le strade si fanno piu? strette e il sole si e? stufato di seguirci. Arriviamo ad un incrocio e vediamo passare quattro moto in formazione stretta.
Ci accodiamo, loro danno un?occhiata negli specchietti e si prosegue. Sappiamo che stiamo andando nello stesso posto. La curiosita? aumenta, ai semafori si scambiano le prime strette di mano.
Poi arriviamo e il parcheggio si riempie di luci e di rombi, di urla e di risate prima che il buio ed il silenzio tornino a coprirlo.
Le moto sono sole, all?interno non ci sono bikers sporchi e stanchi.
Solo persone arrivate qui per stare un po? insieme.
Noi siamo li.
http://www.webchapter.it/smiles/happy5.gif