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calimero
03-12-2003, 16:11
Mi dedico ste mie composizion
Ai omeni, e alle donne morbinose,
a quelli veramente, che le cosse
le varda per el verso, che xe bon.
Sotto le metto alla so protezion,
come persone tutte spiritose,
perché da certe teste scrupolose,
i le difenda co la so rason.
Che i diga che qua drento no ghe xe
né critiche, né offese alle persone,
che de Dio no se parla, né dei Re,
ma sol de cosse allegre, belle, e bone,
cosse deliciosissime, cioè
de bocche, tette, culi, ****i, e mone


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Non digo che no sia gusto a toccar
Un bel culo de qualche buzarona,
Che no sia gusto de liccar la mona,
Che no sia gusto a farselo menar.

Colla so lengua in bocca de sborar
No digo no la sia ?na cosa bona
In somma tutto quel che co? na dona
De più lascivo al mondo se puol far.

Xe tutti quanti gusti bei e boni,
Ma quello del chiavar, per mi sostento,
Che ?l sia un gusto tra i gusti buzaroni

Perché quando che in mona se xe drento,
De tutto el mondo par se sia paroni,
E tutto se darìa per quel momento.

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Genio sublime, poeta nel più lubrico dei generi, ma grande e unico", con queste parole Casanova saluta Giorgio Baffo, nato a Venezia nel 1694 da antica famiglia. Poeta e gentiluomo fece parte della suprema corte di giustizia veneziana e potè valersi dell'immunitÃ* patrizia contro la denunce dovute alla sua fama di poeta licenzioso. Per il via del contenuto erotico, le sue poesie non vennero pubblicate mentre egli era in vita. Vita che non è molto conosciuta: a quanto pare era ricco e ammogliato e tuttavia alla sua morte la moglie bruciò per vergogna le poesie. Era il 1768 e solo tre anni dopo la sua morte alcuni amici diedero alla stampa una raccolta di circa duecento sonetti, non tutti autografi. Una edizione postuma uscirÃ* in seguito in quattro volumi col titolo: Raccolta universale delle opere di Giorgio Baffo.
Il suo carattere era in realtÃ* un misto di gentilezza e pudore, anche se i suoi versi sembrano dimostrare il contrario. Quale argomento delle sue composizioni privilegia l?amore, cantandolo con naturalezza, con uno stile elegante, piacevole, facile e scorrevole. L?opera di Baffo è ricca di gioia di vivere, tende a dimostrare che bisogna godere pienamente la vita, senza freni di inutili complicazioni sentimentali: sotto questo aspetto, precorre i tempi, rendendosi antesignano del concetto del libero amore. Ma non si limita, il poeta, ad annunciare modelli comportamentali: non filosofeggia, insomma, perchè ci dÃ* un ampio ed accurato spaccato della vita di Venezia, cogliendo tutti gli avvenimenti che si verificano, anche i più piccoli, in guisa tale da fornire un?esatta e colorita rappresentazione della settecentesca societÃ* lagunare. Grazie ai suoi versi, scritti in dialetto veneziano, egli mise spesso a nudo i veri vizi della sua cittÃ*, si scagliò contro la corruzione e contro il clero che lo osteggiava duramente. Questo tentativo di censura, però, non ha dato frutto, poichè, come Giacomo Casanova ha scritto, ? gli stessi censori dello Stato Veneziano, nel loro zelo moralistico, contribuiranno ad eternare la sua fama, perchè perseguitando la sua opera, fin da quando era ancora manoscritta, l?hanno resa più ricercata...? . Bibliografia: D'Altila - Favero, G. Baffo inedito, Venezia 1985

http://digilander.libero.it/baffogiorgio/index.htmldigilander.libero.it/baffogiorgio/index.html

GiPe
03-12-2003, 17:57
XE UN MITO QUI!